La delibera sugli affitti brevi a Firenze passa in Consiglio comunale: l’atto crea lo stop per i nuovi Airbnb (ma non in tutta la città) e non è retroattivo. Si tratta di una svolta storica: in aula il 2 ottobre c’è stata l’adozione e qui, dopo i 30 giorni di osservazioni, la delibera tornerà per il voto definitivo. Ma l’indicazione c’è già stata e si è verificato uno strappo all’interno della maggioranza: Pd e Lista Nardella hanno votato a favore, contrari invece i consiglieri di Italia Viva. Contrario anche tutto il centrodestra, mentre ha votato in modo favorevole la Sinistra. Divisione nel Movimento 5 Stelle: voto favorevole del capogruppo Roberto De Blasi, non voto per Lorenzo Masi. Voto favorevole anche per Andrea Asciuti del gruppo misto.
Cosa prevede la delibera sugli affitti brevi a Firenze
Cosa prevede nel dettaglio la delibera sugli affitti brevi a Firenze? Si prevede lo stop per i nuovi Airbnb nell’area Unesco del centro storico di Firenze. Inoltre è previsto l’azzeramento dell’Imu sulla seconda casa, per tre anni, in favore di coloro che rinunceranno alle locazioni brevi e torneranno a quelle ordinarie. Si tratta di una vera svolta a Firenze. “Questo perché il governo resta fermo e noi non possiamo stare a guardare”, è stato spiegato ieri in aula dopo che per mesi si è dibattuto a livello politico.
Le parole del sindaco Dario Nardella
Sulla delibera sugli affitti brevi a Firenze c’è stato un lungo intervento del sindaco Dario Nardella, secondo cui si tratta di uno degli atti più importanti dell’intero mandato. “Quando la ministra Santanché per la prima volta ha annunciato un decreto in materia di locazioni turistiche, ho davvero sperato che si riuscisse ad arrivare a una proposta realmente condivisa ed efficace – spiega -. Purtroppo a fine maggio il ministero ci ha inviato una bozza di decreto estremamente deludente. Il criterio del minimum stay di due notti è chiaramente insufficiente a risolvere le criticità che abbiamo denunciato. Neppure la seconda versione del decreto del mese scorso sembra essere più adeguata. E allora cosa avremmo dovuto fare? Questa iniziativa non è una panacea ma è un passo concreto”.