sabato, 20 Aprile 2024
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Inchiesta Menarini, sale il conto della truffa ai danni dello Stato

Emergono nuovi dettagli sull'inchiesta che vede al centro la casa farmaceutica Menarini. Lievita il conto della presunta truffa ai danni dello Stato: sotto accusa adesso un'altra azienda che avrebbe venduto i principi attivi alla Menarini, gonfiandone il prezzo.

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Emergono nuovi dettagli sull’inchiesta che vede al centro la casa farmaceutica Menarini. Lievita il conto della presunta truffa ai danni dello Stato: sotto accusa adesso un’altra azienda che avrebbe venduto i principi attivi alla Menarini, gonfiandone il prezzo.

35 MILIONI. L’azienda in questione è la filiale italiana della Bristol Myers Squibb (Bms). Secondo gli atti dell’inchiesta condotta dalla procura di Firenze la Bms avrebbe realizzato “circa 35 milioni di euro” di profitto dal 2000 al 2007, “grazie all’alterazione del meccanismo di determinazione del prezzo” dei farmaci. Ma si tratta solo dei profitti accertati, il conto potrebbe crescere ancora.

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TRAMITE. La Bms Italia è accusata di aver venduto principi attivi alla Menarini consentendole di acquistarli tramite società estere fittizie, in modo da gonfiare i prezzi finali dei medicinali. Di qui la truffa ai danni dello Stato, che rimborsa i farmaci attraverso il Sistema sanitario nazionale, nonché ai danni dei pazienti che comperavano farmaci non rimborsabili.

SOMMERSO. Il calcolo è stato stimato esclusivamente su due principi attivi venduti dalla Bms e sul periodo 2000-2007, per questo gli investigatori presuppongono che il danno possa essere molto più alto. L’attività illecita, infatti, avrebbe avuto inizio negli anni Ottanta.

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L’INCHIESTA. Si tratta di un filone dell’inchiesta sulla Menarini, che vede indagate 14 persone tra cui il patron dell’azienda, Alberto Aleotti e alcuni dei suoi figli. L’accusa è di truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale. L’azienda ha evitato il commissariamento pagando la stratosferica cifra di 372 milioni di euro, ma le indagini vanno avanti.

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