Il giorno clou è il 6 marzo. In quella data, è un lunedì, il sindaco di Firenze Dario Nardella indicherà al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano il nome di chi sarà alla guida del Maggio Musicale Fiorentino, dopo le dimissioni di Alexander Pereira. Il consiglio d’indirizzo dell’ultimo giorno di febbraio ha chiarito una cosa importante: non c’è tempo da perdere. E sul Maggio il nome deve essere fatto appunto il 6 marzo perché c’è da salvaguardare anche l’attività del teatro e, in tutti i modi, bisogna evitare il commissariamento.
La delusione di Pereira
Pereira è arrivato al consiglio di indirizzo con abito, elegante come sempre, ma poca voglia di parlare. Per lui sono stati mesi davvero complicati: le indagini, che sono in corso, la richiesta di dimissioni di Nardella, le dimissioni dello stesso Pereira prima della sfiducia al consiglio di indirizzo. E, nel mezzo, anche tante critiche, fuori e dentro il teatro. Logico dunque che, all’uscita del consiglio di indirizzo, non abbia voluto rilasciare dichiarazioni. Durante la riunione del consiglio di indirizzo Pereira ha ribadito quello che aveva scritto nella lettera delle dimissioni, ovvero di aver alzato la qualità del teatro.
Il toto-nomi per il nuovo soprintendente
Sui nomi del dopo Pereira uno dei più papabili – anche se lui non sembra entusiasta – è quello di Carlo Fuortes. Poi ci sono Anna Meo, Beatrice Venezi, Luciano Messi, Peter de Caluwe, Nazzareno Carusi e Giorgio Battistelli. Nessuno conferma, naturalmente. Perché deve essere il sindaco a nominare il nuovo soprintendente. E un po’ tutti sono preoccupati dalla situazione economico-finanziaria del Maggio: intanto sarà difficile portare gli sponsor che aveva in dote Pereira, 9,7 milioni in tre anni, e comunque la situazione debitoria non può certo far sorridere.
Sul fronte Maggio sono intervenuti anche i sindacati. Secondo la Slc Cgil e la Fistel Cisl “la situazione attuale del nostro teatro è decisamente complessa e necessita di trovare presto una soluzione adeguata a quella che si è manifestata essere una governance non idonea”. Il sindacato Fials auspica che la scelta del nuovo soprintendente della Fondazione sia nell’ottica “della continuità artistica”.