Francesca Di Lavanda è il deus ex machina del gruppo “Mascherizziamo Il Mondo”, nato su Facebook da meno di dieci giorni. L’obiettivo? Coinvolgere più persone possibile nella realizzazione di mascherine protettive da consegnare a chi ne ha bisogno durante l’emergenza coronavirus.
Francesca è una stilista e mamma di tre figli che ha una piccola produzione di gonne, LavandaLab: “Pezzi unici – precisa – la caratteristica è che sono tutte colorate e realizzate artigianalmente”. Come nasce l’idea di “Mascherizziamo Il Mondo”? “All’inizio non volevo farle – dice Francesca – avevo visto molti dei tutorial che girano, ma tutti dicevano che alla fine quelle mascherine non servivano. In realtà girando per i negozi del quartiere, mi sono accorta che i negozianti avevano la stessa mascherina e la tenevano per un settimana. Allora, mi sono detta, posso realizzarle di cotone, lavabili e riutilizzabili. Le mie hanno anche la possibilità di inserire un filtro all’interno della tasca. Mi sono messa distribuirle nei negozi della mia zona, poi ho fatto un post su Facebook e la gente ha iniziato a richiedermele. Ho coinvolto alcune amiche artigiane sia di Firenze che da tutta Italia e così è partito il progetto”.
Mascherine per tutti, “Mascherizziamo il mondo”
In poco meno di dieci giorni il progetto ha colorato le città. “Ne sono già partire 100 dirette a Brescia e 100 dirette a Bergamo. Su Firenze ci sono 20 donne con la macchina da cucire e abbiamo contatti anche con Livorno, Savona e Torino, piano piano si spera di allargare la situazione a macchia d’olio. Vorrei creare reti di realizzazione autonome ognuno nella propria realtà”.
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“Su Facebook ho realizzato un tutorial facilissimo da seguire, non serve essere sarte provette. La peculiarità è che sono colorate, mettono allegria in un periodo triste e sono lavabili. Con me ci sono Rachele Ignesti, in arte Dottoressa Gomitolo, Mamaqueen, Sollibikini e tutte le altre Girlz di Firenze, che sono alcune delle artigiane impegnate con me in questo progetto utile e colorato”.
Condivisione e collaborazione
Il concetto è quello di offrire uno scambio di competenze o materiali: “Io so cucire ma magari mi manca la stoffa – dice Francesca – il mio vicino ha vecchie lenzuola o pezzi di cotone, un altro ha dell’elastico”. Tutto nasce dalla condivisione e dalla collaborazione.
“Le mascherine ovviamente non sono a pagamento, faccio fare una donazione alla Fondazione Marta Cappelli del Meyer e a un’associazione dell’ospedale di Ponte a Niccheri”.
Di cosa avete bisogno al momento? “Di reperire elastico, di organizzare e gestire i materiali nelle varie zone, di organizzare la distribuzione, cercare chi cuce e chi le consegna”, conclude Francesca Di Lavanda che risponde con passione, impegno, allegria e vitalità alla nuova sfida, dolorosa e imprevista, di questo marzo 2020.