venerdì, 22 Novembre 2024
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Il mostro di Firenze in una serie tv su Netflix

Attesa per la serie Netflix sul mostro di Firenze: 8 duplici omicidi e 17 anni di terrore per uno dei più complessi casi italiani

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Su Netflix arriva la serie sul mostro di Firenze. Quattro episodi in tutto, diretti da Stefano Sollima: le riprese sono iniziate in questi giorni. L’idea è venuta a Leonardo Fasoli e allo stesso Sollima, la produzione è The Apartment – società del gruppo Fremantle – e AlterEgo. La serie avrà l’esclusiva appunto su Netflix e quindi bisognerà avere un abbonamento alla piattaforma per poterla vedere.

La serie Netflix sul mostro di Firenze: i dettagli

C’è attesa per la serie Netflix sul mostro di Firenze, una delle più complesse indagini della storia italiana. Si tratta di otto duplici omicidi, 17 anni di terrore con un elemento in comune: la stessa arma, una beretta calibro 22. La serie è basata su fatti realmente accaduti, testimonianze dirette, atti processuali e inchieste giornalistiche. “Tutto terribilmente vero”, è stato spiegato da chi ha lanciato la serie.

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Questo perché “crediamo che il racconto della verità, e solo quello, sia l’unico modo per rendere giustizia alle vittime. In una storia dove i mostri possibili, nel corso del tempo e delle indagini, sono stati molti, il nostro racconto esplora proprio loro, i possibili mostri, dal loro punto di vista. Perché il mostro, alla fine, potrebbe essere chiunque”. Non è la prima volta che una produzione per Netflix viene girata in città. Cinque anni fa ad esempio le rocambolesche riprese per “6 Underground” di Michael Bay generarono uno strascico di polemiche.

La storia (vera) del mostro di Firenze

La serie Netflix sul mostro di Firenze affronterà dunque un tema molto delicato. Un po’ di storia. Gli omicidi sono stati commessi fino al 1985 ai danni di coppie appartate in auto nelle campagne dei dintorni di Firenze. In quegli anni tutta Firenze visse nel terrore. Le indagini furono lunghe e complesse e giunsero all’identificazione di due esecutori materiali, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, che vennero condannati nel 2000 il primo all’ergastolo e il secondo a 26 anni; un altro sospettato, Pietro Pacciani, fu assolto in appello e morì prima di poter essere sottoposto a un nuovo processo.

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