sabato, 27 Aprile 2024
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”Opificio del falso” a Campi Bisenzio: sequestrate borse per un milione

A scoprire quello che succedeva dentro un capannone alla periferie di Campi Bisenzio è stata la guardia di finanza: sequestrate borse per un valore di un milione. Denunciate quattro persone.

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Un ”opificio del falso”: è quanto hanno scoperto i finanzieri del Gruppo di Firenze in un capannone alla periferia di Campi Bisenzio, gestito da una famiglia cinese (madre 49enne, figlio 25enne, la moglie di quest’ultimo 24enne). All’interno del laboratorio – spiega la guardia di finanza – erano prodotte, con buona fattura, borse in pelle che riproducevano alcuni noti marchi internazionali.

SEQUESTRI. L’intero opificio (di circa 300 metri quadri) è stato sequestrato insieme a 22 macchinari per il confezionamento degli articoli in pelle (spazzolatrice, tingibordo, rivettatrice, cucitrici, taglia pelle, tranciatrici, incollatrice, scarnitrici, tagliastrisce, punzonatrice), 7 punzoni, 2.150 borse finite, 80 mq di pelli, oltre 14.000 pezzi di minuteria metallica (fibbie, bottoni, lucchetti, ecc.) e circa 500 tra cartellini di autenticità e certificati di garanzia.

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L’OPERAZIONE. L’operazione – viene spiegato ancora – è scaturita dalla continua attività di controllo del territorio, unita a una capillare attività info-investigativa, che ha permesso di individuare una ditta di pelletteria apparentemente lecita, ma che in realtà – dice la Gdf, “era dedita alla contraffazione ‘di qualità’ di borse delle migliori griffe internazionali, indubbiamente non dirette al mercato degli ambulanti irregolari. La merce era stoccata in un magazzino che si trovava nel retro dello stesso capannone, intestato ad un soggetto cinese ma di fatto nella disponibilità del figlio e nuora della donna”.

UN MILIONE. La struttura permetteva di realizzare borse, come è stato accertato dai periti, utilizzando buoni pellami e minuteria metallica e confezionandole con meticolosità ed abilità. I capi erano provvisti di ogni particolare, anch’esso curato nei minimi dettagli: certificato di garanzia, confezione di stoffa, contenitore di cartone. Un prodotto così confezionato poteva essere venduto sul mercato della contraffazione anche a mille euro. Complessivamente, la merce sottoposta a sequestro nell’operazione delle fiamme gialle avrebbe fruttato un  guadagno di  circa un milione di euro. Quattro cittadini cinesi sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria fiorentina per i reati di ricettazione e commercializzazione di merce recante marchi registrati contraffatti.

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