La situazione del Maggio Musicale Fiorentino era e resta complessa. E’ cambiato personaggio principale, dal sovrintendente Alexander Pereira al commissario Onofrio Cutaia ma quest’ultimo ovviamente non può avere la bacchetta magica. E i problemi restano.
I problemi del Maggio Musicale
Per salvare il Maggio Musicale servono otto milioni e mezzo di euro entro luglio. “Entro luglio 2023 la Fondazione Maggio – ha detto Cutaia – deve avere titoli certi per circa 8,5 milioni. Il bilancio 2022 ha registrato un rosso di circa 6 milioni e ad oggi il 2023 potrebbe chiudere con altri 2,5 milioni”. Il secondo bilancio in rosso consecutivo, ha spiegato Cutaia, farebbe scattare la liquidazione coatta amministrativa. Cutaia è stato audito nella commissione controllo di Palazzo Vecchio.
Cutaia, a proposito della situazione del Maggio Musicale, ha detto che dunque servono risorse oppure il teatro si fermerà. E che inoltre bisogna “accertare le responsabilità sulla gestione. Va fatto un approfondimento molto serio”. A stretto giro è arrivata la replica del sindaco Dario Nardella: “Bene che si accertino le responsabilità – ha detto -. Siamo i primi a volerlo visto che Comune e Metrocittà hanno messo ingenti risorse, che i bilanci della Fondazione sono sempre stati approvati all’unanimità col parere favorevole dei sindaci revisori e che il Comune, quando ha avuto segnalazioni, ha indicato di procedere alla revisione delle spese”.
Le critiche
Sono arrivate molte critiche da parte delle opposizioni, che hanno puntato il dito su Nardella in riferimento alla precedente gestione Pereira. Da Federico Bussolin della Lega a Jacopo Cellai di Fdi, che è anche presidente della commissione controllo. Dal governo è arrivata la presa di posizione del sottosegretario alla cultura Gianmarco Mazzi: “Siamo pronti a lavorare per sostenere il commissario del Maggio – ha detto – ma non si può prescindere dall’accertamento delle responsabilità di chi ha prodotto questa situazione e di chi doveva vigilare e non lo ha fatto. Nello stesso periodo in cui a Firenze si produceva un buco di bilancio, altre Fondazioni lirico sinfoniche chiudevano in pareggio o in attivo”.