C’è un modo alternativo per muoversi in città. E sempre più fiorentini, stanchi delle code e della ricerca impossibile del parcheggio, o alle prese con i ritardi dei mezzi pubblici, lo stanno (ri)scoprendo. È la bicicletta: un mezzo ecologico, economico e adeguato alle distanze da percorrere in una città delle dimensioni di Firenze. Una scelta facile, dunque? Non proprio. Visto che, una volta presa la decisione di lasciare a casa il motorino o l’auto, cominciano i guai. Il primo, e più evidente, è quello delle piste ciclabili. Nel quartiere 2 il problema non è, principalmente, di “come” sono, visto che in questa circoscrizione si trovano alcune delle ciclabili migliori e più frequentate di Firenze: quella di viale dei Mille-Don Minzoni e la direttrice Arno-Fortezza sul percorso viale Gramsci-Matteotti.
È piuttosto quello di “quante” sono e di “dove” si trovano. Oltre a quelle citate, nel quartiere sono presenti altre quattro piste ciclabili: quella di lungarno Colombo/Aldo Moro; quella di via Lungo l’Affrico/viale De Amicis/via Piagentina; quella che circonda l’area dello stadio e della piscina Costoli, che poi si estende a est verso viale Mazzini e a ovest verso viale Duse/viale Verga/via del Guarlone; e quella che inizia e finisce dietro via del Gignoro, lungo la nuova viabilità parallela alla ferrovia di Rovezzano. “Il problema è che mancano quasi del tutto le piste che vanno dirette in centro – osservano molti ciclisti – quelle che ci sono costringono a lunghi giri, e per gli spostamenti quotidiani o per andare al lavoro è necessario utilizzare la viabilità ordinaria”. Ma non solo. Perché sono in molti a lamentarsi anche della cattiva manutenzione e della scarsa segnalazione dei percorsi ciclabili. È il caso della pista da piazza Alberti a via del Campofiore, piena di buche e non segnalata con l’apposita vernice, o di quella dei lungarni, dal Saschall al ponte Ferrucci.
Altra questione è la mancanza di collegamenti: ad esempio tra la pista di viale dei Mille e quella dei viali di circonvallazione all’altezza di via degli Artisti, o fra i due monconi di viale Mazzini e viale Fanti, separati dalla passerella di Campo di Marte, dove basterebbe inserire una scanalatura per le ruote per evitare di caricarsi in spalla tutta la bicicletta. “Poi c’è il problema delle rastrelliere per parcheggiare le bici – spiega un ciclista – in alcune zone mancano del tutto o sono scarse: ad esempio in via Masaccio, via Rondinella, via del Gignoro, via Lanza, via Piagentina, e alla stazione di Campo di Marte. In altri casi invece sono spesso sovraffollate o rese inutilizzabili dai ‘parcheggi selvaggi’ di auto e moto”. Insomma, i percorsi ciclabili rischiano di diventare, spesso, veri e propri percorsi a ostacoli.