Nella capitale del tessile, già affannata dalla crisi, succedeva anche questo: imprenditori con l’acqua alla gola si rivolgevano a usurai per ottenere prestit, salvo poi dover rendere le somme ottenute con tassi che oscillavano dal 70 al 220 per cento.
E quando non riuscivano a sanare i loro debiti, venivano minacciati, intimidati e in alcuni casi sottoposti a violenze fisiche.
All’incubo di questi imprenditori ha messo fine la Guardia di Finanza di Prato con due arresti ( si tratta di due italiani, su di loro pesano le accuse di usura, estorsione e minacce) e un sequestro di beni per un valore complessivo di un milione di euro.