51 milioni di italiani sono chiamati di nuovo alle urne in una doppia data, a settembre 2020, per il referendum costituzionale confermativo: si vota per il quesito sul taglio dei parlamentari, ma in 7 regioni – durante le stesse giornate e nello stesso orario – i seggi saranno aperti anche per le elezioni regionali e in oltre mille città sarà consegnata anche la scheda per le comunali. La Corte costituzionale ha dato il via libera all’election day e quindi all’accorpamento delle varie tornate elettorali rinviate per l’emergenza sanitaria.
Ecco le informazioni essenziali da tenere a mente:
- Quando si vota: data e orari
- Dove si vota
- Chi può votare
- Come votare all’estero
- Per cosa si vota
- Come si vota: il quesito, la scheda e il taglio del parlamentari
- Affluenza al referendum: serve il quorum?
- Cosa succede se vince il sì
- Cosa succede se vince il no
Quando si vota: la data del referendum 2020 a settembre e gli orari
Il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, previsto inizialmente a primavera su una sola data (il 29 marzo 2020), è stato rinviato per l’allerta coronavirus: la consultazione viene recuperata in due giornate, per evitare assembramenti ai seggi, domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020, quando si vota anche per altre elezioni.
Per quando riguarda l’orario, i seggi saranno aperti domenica dalle ore 7.00 alle 23.00, mentre lunedì per mezza giornata dalle 7.00 alle 15.00. Una volta chiuse le urne inizierà lo spoglio da parte degli scrutatori, con i risultati sulle percentuali del “sì” e del “no”.
Dove si vota (non solo per il referendum)
Come detto il 20 e 21 settembre 2020 non c’è solo il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, ma le schede saranno due in 7 regioni, dove si vota anche per il rinnovo dei Consigli regionali e dei governatori (le elezioni riguardano Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia).
Inoltre sempre durante l’election day 2020 sono previste le comunali in oltre mille Comuni italiani, tra cui tre capoluoghi di Regione (Aosta, Trento e Venezia) e le elezioni suppletive per i seggi vacanti del Senato: collegio uninominale 3 della Sardegna (Sassari), collegio plurinominale 2 e uninominale 9 (Villafranca di Verona) in Veneto.
Chi vota il 20 e 21 settembre 2020
Potranno votare al referendum costituzionale confermativo tutti i cittadini italiani maggiorenni, che il 20 settembre 2020 abbiano già compiuto 18 anni di età. Sono necessari un documento d’identità valido e la tessera elettorale. Nel caso sia stata smarrita, danneggiata o siano finiti gli spazi a disposizione, può essere richiesta, per tempo, all’ufficio elettorale del Comune di residenza.
Gli uffici elettorali, secondo quanto stabilito dal Ministero dell’Interno dovranno rimanere aperti venerdì 18 e sabato 19 settembre 2020 dalle ore 9.00 alle ore 18.00, mentre nei giorni del referendum (domenica 20 e lunedì 21 settembre) dovranno essere attivi durante tutta la durata delle operazioni di votazione. Chi a causa di infermità non può lasciare la propria abitazione può fare domanda per il voto a domicilio, sempre facendo richiesta al Comune.
Come funziona il voto all’estero
Per quanto riguarda il voto all’estero, chi si trova temporaneamente fuori Italia per motivi di lavoro, studio o cure mediche, anche come accompagnatore di familiari, per un periodo di almeno 3 mesi può richiedere di votare per corrispondenza al referendum costituzionale, presentando domanda al Comune in cui si è iscritti nelle liste elettorali entro il 19 agosto 2020. Anche i cittadini residenti all’estero, iscritti all’AIRE, possono votare per corrispondenza. Le modalità per fare domanda sono pubblicate sul sito del Ministro degli Esteri.
Referendum 2020, per cosa si vota
Non si tratta di un referendum abrogativo, ossia un quesito per “annullare” una legge, ma di un referendum costituzionale confermativo, indetto per approvare una riforma della carta fondamentale dello Stato.
Gli elettori sono infatti chiamati a confermare o bocciare la riforma degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione italiana, modifica approvata dal Parlamento l’anno scorso che prevede il taglio dei parlamentari, riducendo l’attuale numero da 945 a 600, per un totale di 400 deputati (ad oggi sono 630) e di 200 senatori (al momento sono 315), mantenendo i senatori a vita (ma riducendone il numero, al massimo 5 in totale). Prevista anche una diminuzione dei parlamentari all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4. Qui il testo integrale della legge di riforma costituzionale, spiegato punto per punto.
Affluenza: non serve il quorum per il referendum sul taglio del parlamentari
Il principale aspetto da tenere presente è che si tratta di un referendum costituzionale confermativo, che quindi non prevede un quorum minimo. L’esito delle urne sarà valido anche se il 20 e 21 settembre 2020 l’affluenza degli elettori al voto per il referendum non raggiungerà il 50% più uno dei votanti. A differenza di quanto succede invece con i referendum abrogativi, questa volta l’astensione dal voto non “varrà” come un no.
Quando si tratta di una riforma costituzionale, come quella che riguarda il taglio del numero dei parlamentari, i cittadini sono infatti chiamati con il referendum a confermare o bocciare le modifiche alla Costituzione. Questo è il quarto referendum confermativo della storia della Repubblica italiana.
Come si vota: il quesito del referendum 2020 sul taglio dei parlamentari, il facsimile della scheda
A tutti gli elettori sarà consegnata per il referendum 2020 una sola scheda di colore verde chiaro, ecco il testo del quesito:
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019?»
Subito sotto, come si vede dal facsimile della scheda elettorale, ci saranno due caselle: “sì” e “no”. Ecco nel dettaglio come si vota al referendum 2020: se si traccia una croce sul “Sì” si esprime la volontà di approvare la riforma del taglio dei parlamentari, se si fa una X sul “No” invece l’elettore manifesterà la sua intenzione a bocciare la modifica costituzionale. Il voto sarà nullo se invece si barreranno entrambe le caselle.
Pro: chi vota sì, cosa succede
Se la maggioranza dei votanti dice “sì” alla riforma (come detto, anche senza raggiungere il quorum) il taglio dei parlamentari entra in vigore: dopo le prossime elezioni politiche nella Camera dei Deputati siederanno 400 parlamentari, mentre al Senato 200. Con il “sì” al referendum costituzionale 2020 sul taglio dei parlamentari a Palazzo Madama resteranno i senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario, ma potranno essere un massimo di 5 (finora cinque senatori erano quelli che ciascun Capo dello Stato poteva nominare, secondo l’articolo 59 della Costituzione).
Referendum 2020: ragioni del sì e del no al taglio parlamentari
Contro: cosa succede se al referendum vince il no
Nel caso il 20 e 21 settembre 2020 vincesse il “no”, con la maggioranza dei voti, la riforma sul numero dei parlamentari non avrà effetto e l’esito del referendum sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Tutto rimarrà come oggi: il parlamento resterà composto da 630 deputati e 315 senatori, per un totale di 945 parlamentari (a cui si aggiungono i senatori a vita, 6 al momento).
Aggiornamenti e informazioni sul sito del Ministero dell’Interno. Sempre il Ministero dell’Interno ha pubblicato il protocollo sanitario anti-Covid, realizzato insieme al dicastero della Salute, con le regole che scrutatori ed elettori devono rispettare ai seggi in occasione delle votazioni per il referendum di settembre 2020.