Preso il terzo rapinatore del colpo messo a segno in una banca di via Pratese due anni fa.
LA RAPINA. E’ stata la squadra mobile diretta da Filippo Ferri a catturarlo. Il colpo era stato messo a segno il 5 giugno del 2009, quando con parrucche e occhiali da sole tre banditi si erano resi protagonisti della rapina a mano armata. Forando il tetto della sede dell’istituto di credito di via Pratese, si erano introdotti all’interno dei locali e, dopo aver atteso la chiusura al pubblico, avevano fatto irruzione sequestrando i dipendenti nei bagni e costringendone alcuni ad avviare l’apertura temporizzata delle casse e del Bancomat. Il bottino era statodi ben 120.000 euro in banconote, oltre a diversi gioielli presi dalle cassette di sicurezza. Ma qualcosa era andato subito storto per i rapinatori: tra le mazzette di soldi rubate ce n’era una col sistema satellitare attivo.
SULLE TRACCE. Gli uomini della Sezione Antirapina guidati dal dottor Alessandro Ausenda si erano quindi subito messi sulle tracce dei banditi fuggiti, in autostrada in direzione Pistoia. Durante i controlli agli autoveicoli, una piccola utilitaria con una persona a bordo aveva forzato i posti di blocco delle forze dell’ordine, dandosi alla fuga. Il veicolo fu poi ritrovato non poco lontano, abbandonato in una piazzola di sosta. Dei malviventi nessuna traccia, ma all’interno dell’autovettura vennero trovate e sequestrate due pistole con matricola abrasa, il materiale utilizzato per la rapina e l’intera refurtiva.
DUE ARRESTI. Proprio da quell’auto erano partiti i primi accertamenti: la macchina era stata noleggiata a Roma e pagata con una carta di credito intestata a un pregiudicato della capitale, resosi irreperibile dopo il colpo. Gli inquirenti non avevano impiegato molto tempo a scovarlo, catturandolo a distanza di qualche giorno dopo un rocambolesco inseguimento per le vie dell’hinterland romano. Riconosciuto anche da alcuni testimoni, l’uomo (oggi 37enne), finì in manette il 15 luglio 2009 nei pressi di Civitavecchi,a dove si nascondeva. Ulteriori sviluppi portarono all’arresto del secondo componente del gruppo: un altro pregiudicato romano (di 58 anni), questa volta, inchiodato dal test del Dna. Durante la perquisizione nella sua abitazione (nel maggio 2010) furono acquisiti dei mozziconi di sigaretta dai quali venne fatta la comparazione con le parrucche utilizzate nella rapina con esito positivo.
IL TERZO RAPINATORE. Del terzo rapinatore, quello che a pistole spianate era entrato insieme al complice in banca, c’erano veramente pochi elementi sui cui lavorare: i testimoni lo avevano solo indicato come un uomo alto e di mezza età. Un arduo compito per la Sezione Antirapina fiorentina, che la scorsa settimana è riuscita ad assicurare alla giustizia anche l’ultimo pezzo del mosaico. Dopo mesi di indagini, scavando nei trascorsi degli atri due arrestati e incrociando tutti gli indizi raccolti, gli investigatori sono riusciti ad individuare un uomo che poteva corrispondere al profilo del soggetto ricercato. Si trattava di un 65enne pregiudicato residente nella provincia di Roma. d inchiodarlo è stato anche in questo caso il suo Dna, comparato con il materiale utilizzato in quella rapina di due anni fa.
CHIUSO IL CERCHIO. La Squadra Mobile di Firenze, con la collaborazione dell’ufficio investigativo di Roma, ha così chiuso definitivamente il cerchio con la cattura di tutti gli elementi del gruppo, dopo il recupero dell’intero bottino.