giovedì, 25 Aprile 2024
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Tenta il suicidio in carcere ma viene fermato. Poi, però, cade e perde la vita

Una tragedia nella tragedia quella avvenuta a Sollicciano. Vittima un detenuto coreano, che secondo quanto spiegato dal garante Franco Corleone aveva chiesto il trasferimento a Roma in aprile per poter avere colloqui con i parenti.

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Una tragedia nella tragedia quella avvenuta nel carcere fiorentino di Sollicciano.

LA TRAGEDIA. Un uomo, un detenuto coreano, ha perso la vita dopo essere caduto e aver battuto la testa. Poco prima – stando a quanto ricostruito – il detenuto aveva tentato il suicidio. Una guardia, però, si era accorta di quanto stava accadendo ed era andata a chiamare i soccorsi, fermando l’intento dell’uomo. A quel punto, però, la tragedia: l’uomo è caduto dal letto a castello battendo la testa. Sono scattati i soccorsi, ma per lui non c’è più stato niente da fare.

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IL GARANTE. Sulla triste vicenda è intervenuto anche Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze. “Rhee He Cheung, detenuto coreano, aveva chiesto il trasferimento a Roma in aprile per poter avere dei colloqui con i parenti attraverso l’Ambasciata Coreana – spiega Corleone – in giugno, dopo una visita del mio ufficio al signor Rhee, ho sollecitato il Dap per il suo trasferimento a Roma. Purtroppo non ho avuto risposta e il signor Rhee He Cheung, ha iniziato uno sciopero della fame, ha poi tentato il suicidio e cadendo ha battuto la testa,  è entrato in coma ed è morto”.

“CHE SIA L’ULTIMA MORTE”. “Se la direzione del carcere avesse preso sul serio la richiesta del signor Rhee He Cheung e avesse affrontato con i volontari e con il Garante la questione, questa tragedia non si sarebbe verificata – continua Corleone – ho inviato una lettera al Capo del Dap, per denunciare questo ennesimo episodio di trascuratezza che deve interrogare le coscienze e prendere un impegno perché sia davvero l’ultima morte, che non può essere rubricata come frutto del caso”.

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