domenica, 28 Aprile 2024
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Bandabardò: “Noi, partigiani del palcoscenico”

La storica band fiorentina torna sul palcoscenico dell'Obihall il 24 gennaio

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Ventidue anni e non sentirli. La Bandabardò, nata ufficialmente a Firenze l’8 marzo 1993, di candeline ne ha spente diverse, ma non ha mai perso lo spirito che l’ha animata fin dal principio, quello che la rende ancora oggi una calamita per gli appassionati del genere, lo stesso che ha permesso al gruppo di non perdersi mai e di proporre al pubblico un nuovo album (uscito una manciata di mesi fa), per molti il più bello della loro carriera.

La “Banda”, così viene chiamata confidenzialmente, il 24 gennaio sarà sul palco dell’Obihall per cominciare col piede giusto il nuovo anno fiorentino in musica. Ed è per questo che Il Reporter ha voluto fare due chiacchiere con Enrico Greppi, in arte Erriquez, storico frontman del gruppo.

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Enrico, come ci si sente con oltre vent’anni di successi alle spalle e un disco da poco pubblicato?

Ci si sente bene. Abbiamo dimostrato che anche dopo un ventennio siamo sempre noi, con la stessa voglia di fare musica, con il desiderio di cercare ritmiche e sonorità sempre nuove. La vena creativa non ha proprio voglia di esaurirsi… Tutt’altro, abbiamo prodotto un album che ci sta dando grande soddisfazioni. A mio parere, uno dei più belli dall’inizio dell’avventura Bandabardò.

Un disco che vede tra i collaboratori anche Jacopo Fo

Sì, Jacopo è stato molto più di un collaboratore. È un amico, innanzitutto, che ha fatto da chioccia a questo progetto, una persona a cui voglio molto bene, che ha regalato, con parole e buoni consigli, benzina per accendere questo nuovo disco. In più ha realizzato per noi la copertina.

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E ora salirete sul palco dell’Obihall…

È sempre una gioia esibirsi a Firenze, un po’ perché è una città che ama la musica, che dà grandi soddisfazioni, un po’ perché sapere che dopo il concerto si può tornare a casa e non andare in un albergo è una sensazione impagabile.

Qual è il segreto per tenere insieme un gruppo come la Bandabardò?

Trovare un equilibrio e affidare a ognuno un compito, a seconda delle proprie attitudini. Come in una sorta di famiglia… Più o meno. C’è chi cura i social, chi si occupa della gestione economica, chi ha rapporti con l’agenzia, chi si occupa dei live. Insomma, una distribuzione naturale dei compiti. E poi siamo toscani e abbiamo uno spirito partigiano, viviamo la Banda come una creatura da difendere.

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Esibizioni live ma non solo, le vostre musiche faranno anche da colonna a uno dei film più attesi dai fiorentini

Sì, stiamo lavorando alla colonna sonora del lungometraggio “Io mi fermo qui” di Federico Micali, che uscirà a fine febbraio: pellicola dedicata all’esperienza fiorentina del cinema Universale, alla quale qualcuno di noi ha partecipato non solo come musicista, ma anche nei panni di attore.

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