giovedì, 14 Novembre 2024
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Emma la ”fiorentina”: ”Io, cresciuta tra ranocchi fritti e gite alle Cascine”

Torna a casa, Emma. Dove è nata e dove ha trascorso la sua infanzia, quella di cui conserva ancora un ricordo vivo e presente. “Avevo sei anni quando sono andata via, ma ricordo lucidamente tante cose

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Torna a casa, Emma. Dove è nata e dove ha trascorso la sua infanzia, quella di cui conserva ancora un ricordo vivo e presente. “Avevo sei anni quando sono andata via, ma ricordo lucidamente tante cose. Dai vicini di casa, con i quali sono cresciuta e che ancora torno a trovare, quando posso, alle gite alle Cascine insieme a mio padre, che mi portava alla Festa dell’Unità a vedere i concerti”.

L’INFANZIA A FIRENZE. I Nomadi, Lucio Dalla, Gianna Nannini: la passione per la musica di Emma Marrone è nata così, molto prima del successo di Amici e della ribalta televisiva. “Mi dicono che da bambina ero ghiotta di ranocchi fritti e pappardelle”, racconta sorridendo a Il Reporter. “Le pappardelle le mangio ancora volentieri, mentre le rane… un po’ meno, se devo essere sincera”. Insomma, il legame con Firenze rimane intonso, a distanza di tempo. “Amo molto viaggiare, ma ci sono dei luoghi che rimangono dentro per sempre”.

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IL CONCERTO. A Firenze Emma (mercoledì 27 novembre al Mandela Forum) porterà i brani del suo album “Schiena” e i successi che la hanno resa celebre, dal debutto nell’arena di Maria De Filippi alla vittoria di Sanremo, no alla consacrazione con i tour a spasso per l’Italia e la marea di fan (su Facebook ha 2 milioni e 100mila follower) che la seguono passo dopo passo.

IL RAPPORTO COI FAN. “Sono molto orgogliosa del lavoro che sto facendo e ancora più orgogliosa delle persone che mi seguono – dice – il ringraziamento principale va ai fan, che mi vogliono tanto bene. Con loro c’è un rapporto di sincerità e rispetto”. Dal vivo la cantante si cimenterà anche nella versione acustica dei brani di Schiena, usciti in una riedizione del disco tutta voce e chitarra. “Sono curiosa di vedere come la prenderà il pubblico, di solito è abituato a vedermi scatenare sul palco, stavolta lo sarò un po’ meno”.

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I TALENT? NON E’ TUTTO ROSE E VIOLE. E ai ragazzi che – come lei tre anni fa – oggi si mettono in fila la per partecipare ai provini dei talent show, cosa dice? “Dico che prima di intraprendere un percorso del genere bisognerebbe guardarsi dentro e capire. Fare il cantante non è solo salire sul palco e cantare. La musica è un percorso complesso che va saputo a# rontare, non è detto che vada sempre tutto liscio. Bisogna essere consapevoli che non tutti i sogni diventano realtà”.

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