La Cristina Donà che ascoltiamo in questo nuovo lavoro ha qualcosa di primaverile e arioso fino dalle prime battute.
Gli ultimi suoi album erano intrisi di venature, ma su una base monocromatica, mentre qui troviamo una serie di emozioni strumentali diversificate, dai violini all’arpa, dalla tuba alla tromba, che suggeriscono diverse emozioni.
In poche parole: Torno a casa a piedi è pieno di colori e di vita reale, sincera.
“All’inizio di questo viaggio ero sicura di voler seguire una nuova rotta e avevo chiare due cose: lavorare in modo diverso sui testi cercando un linguaggio più narrativo e allargare gli orizzonti musicali, collaborando con un musicista/produttore in grado di fare questo. Saverio Lanza, con il quale condivido tutte le musiche di quest’album, nonostante sulla carta potesse apparire lontanissimo dal mio mondo si è rivelato invece fondamentale e sorprendente. Ha creato spazi sonori incredibili e mi ha aiutato a realizzare un sogno: aggiungere colori alla mia musica.”
Probabilmente già in questa battute potrebbe essere racchiusa tutta quanta la recensione, ma proviamo ad entrare nel dettaglio. Cristina Donà si è preparata per questo nuovo album con studi per rendere più matura la sua voce, risultato ottenuto su tutta la linea. Il primo singolo Miracoli, poi Giapponese e In un soffio sono esempi lampanti di come questa rocker si lasci andare completamente alla curiosità e all’esplorazione sul campo di nuovi stili, sonorità ed invettive musicali.
Gli arrangiamenti di Lanza ci accompagnano in questo viaggio come nel brano Un esercito di alberi. Si sente un approccio più disincantato nell’esecuzione, ma attenzione, non freddo. Nella sua carriera artistica la cantante ci aveva come fatto osservare dal di fuori le sue emozioni e i suoi desideri, mentre in questo album è come se ci invitasse a partecipare ad un proprio momento gioioso: come se ci invogliasse costantemente a prendere parte ad una festa di luci ed emozioni.
Interessanti parentesi acustiche in Bimbo dal sonno leggero e momenti rock vecchia maniera ( quanto sono lontani i tempi delle collaborazioni con Subsonica e Afterhours?) in Tutti che sanno cosa dire e attimi incredibilmente intensi per Più forte del fuoco, canzone dedicata a Niccolo Fabi e alla sua compagna dopo la triste perdita della loro bambina.
E’ un disco d’amore e di luci, di città e di semplici case dove sono le finestre ad essere illuminate. Come in Torno a casa a piedi, polaroid perfetta, quasi cinematografica, di due amanti stanchi dove la donna decide con chiara lucidità di alzarsi e appunto “tornare a casa a piedi”.
Gran disco quindi: scanzonato, riflettuto e concreto. La propria vita va elaborata nell’arco di ogni singola giornata, con i suoi picchi alti e bassi: avere paura è normale, ma la fiducia in quello che gli altri e noi stessi possiamo darci, ci offre la consapevolezza che comunque merita di essere vissuta.
Concerto Cristina Donà a Firenze
1 Aprile
Saschall, Via Fabrizio de Andrè
ore 21.00