Avvicinare le fasce più deboli al mondo del lavoro, innescando così un meccanismo virtuoso che consenta loro di inserirsi nella società e conquistare l’autonomia. Con questi obiettivi il Comune di Firenze e l'Università degli Studi di Firenze hanno siglato ieri mattina nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio un protocollo di intesa con Federsolidarietà-Confcooperative Toscana, Legacoopsociali-Legacoop Toscana, AGCI-Solidarietà Toscana, in cui si impegnano a destinare il 5% delle loro gare a procedure riservate alle cooperative sociali di tipo B, che si occupano dell'inserimento di soggetti svantaggiati.
La firma di ieri è il risultato di un percorso di lavoro avviato a livello regionale e anche dell'applicazione del nuovo codice degli appalti, che recepisce le direttive europee che vanno nella direzione di salvaguardare i soggetti deboli, pur mantenendo saldi i principi della concorrenza e del libero mercato.
Non solo, il protocollo prevede anche la suddivisione in lotti più piccoli, adeguati alla partecipazione di medio-piccole imprese. La clausola sociale, invece, stabilisce che nelle gare aperte a tutti gli operatori economici l’esecuzione di alcuni servizi avvenga con l’utilizzo di persone svantaggiate. Un tavolo di coordinamento si occuperà, infine, di elaborare proposte e procedure specifiche, promuovere, vigilare e monitorare l’attività e l’entità degli affidamenti annuali di beni e servizi e l’efficacia degli interventi programmati.
I numeri
La cooperazione sociale è, da sempre, per vocazione e per natura, un potente strumento di inclusione lavorativa e sociale. L’inserimento lavorativo di persone svantaggiate arricchisce le comunità locali, aumenta la sicurezza e la coesione sociale, incrementa la qualità della vita: genera un vero e significativo risparmio di risorse pubbliche che ne fanno uno dei migliori esempi di politiche attive del lavoro e di politiche sociali attive.
Ogni persona svantaggiata ha infatti un costo per la collettività (47 mila euro persona/anno per la comunità psichiatrica, 24 mila euro persona/anno per diurno psichiatrico, 14 mila euro persona /anno nel centro minori, 10 mila euro persona/anno nelle comunità terapeutiche, 70 mila euro per ogni detenuto). Ogni inserimento porta un beneficio medio di 23 mila euro, considerando i 2.021 impiegati nelle cooperative toscane, si può stimare un beneficio di 46, 4 milioni di euro ogni anno nella nostra regione.
Al 31 dicembre 2017, nella provincia di Firenze, erano 1050 le persone che lavorano nelle 32 cooperative di tipo B, che hanno registrato un fatturato di 26 milioni di euro. Di questi 1050 occupati 320 sono persone svantaggiate e 92 sono inserimenti socio-terapeutici.
I commenti
La cooperazione è riuscita a trasformare svantaggi e fragilità in opportunità, non solo di coesione sociale ma anche di risparmio di risorse pubbliche – afferma Fabio Palmieri, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative Toscana – ma la centralità del lavoro è fondamentale nell’esperienza di queste particolari imprese.
Per questo l'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati deve essere pensato come un bene comune. Il sostegno e il rafforzamento di questo sistema deve essere un obiettivo qualificante di politiche di sviluppo ma anche alla base di un approccio culturale diverso. Il protocollo firmato oggi, che accogliamo con grande soddisfazione, va in questa direzione e la presenza dell’Università – aggiunge Palmieri – crediamo possa garantire anche quest’ultimo aspetto”.
In uno scenario in cui la domanda di servizi di welfare si evolve rapidamente, e al tempo stesso cresce il bisogno di sostegno all’occupazione delle fasce più deboli della popolazione, la cooperazione sociale diventa sempre più una risorsa strategica per le comunità locali – afferma Marco Paolicchi, responsabile Area Welfare di Legacoop Toscana -. Questo protocollo consentirà di offrire opportunità di lavoro concrete a persone che si trovano in una situazione di svantaggio sociale, contribuendo alla loro integrazione nella società e con un effetto moltiplicatore dei benefici per la collettività”
Questo protocollo si qualifica per l'importanza che ha per una città come la nostra e per un tessuto già ricco di numerose realtà che operano nel settore dell'inserimento lavorativo. Attraverso questo accordo, grazie anche all'intervento dell'università, si trova una formalizzazione ulteriore che aiuterà a trovare un impiego chi oggi ha il diritto di trovare nel lavoro una propria autonomia”, dichiara Federico Pericoli, presidente Agci Solidarietà Toscana.