In 10 anni i salari dei soci e dei dipendenti delle cooperative di lavoro più esposte verso gli appalti pubblici hanno visto un calo del 9%, ma nonostante ciò queste realtà garantiscono ancora remunerazioni medie superiori del 17% rispetto alle imprese private. È quanto emerge dalla ricerca “La cooperazione di lavoro in Toscana. Analisi delle condizioni lavorative 2010-2020”, curata dal Coordinatore di Generazioni Legacoop Toscana Giovanni Chiesi e presentata a Livorno in un’iniziativa di Legacoop Toscana al Palazzo del Portuale.
Un mondo fatto di cooperative sociali che si occupano di servizi sociosanitari e educativi, cooperative di produzione e servizi, cooperative forestali e cooperative culturali. A incidere è stata la progressiva perdita di marginalità negli appalti pubblici, il cui valore nominale tra il 2010 e il 2020 è diminuito del 5%. Parallelamente sono aumentati i costi di gestione, viene spiegato.
“Le cooperative hanno tutelato l’occupazione”
“In questi anni le cooperative hanno tutelato l’occupazione e il salario dei propri soci scontrandosi con un mercato del lavoro al ribasso che riduce diritti e tutele – sottolinea il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini -. Il sistema pubblico, se da un lato ha aiutato i lavoratori con bonus e con una diminuzione della tassazione sui redditi medio-bassi, dall’altro con le politiche degli appalti genera una politica ribassista dei prezzi che deprime il mercato sia pubblico che privato”.
Dall’indagine emerge anche una riduzione del vantaggio monetario della partecipazione dei soci (ristorno), un aumento del part-time e una decrescita dell’inquadramento medio collegato al turn over generazionale. Vengono segnalati poi altri fenomeni come la riduzione dei contratti stabili (con un momentaneo recupero dovuto agli effetti della pandemia nel 2020), l’insorgenza anche nel movimento cooperativo del fenomeno delle “grandi dimissioni” e una tenuta sulla sicurezza sul lavoro.
Dalla detassazione all’equiparazione dei salari
Proprio Legacoop Toscana, a cui aderiscono 550 le cooperative di lavoro per un totale di 22 mila occupati e 1,3 miliardi di euro di valore della produzione, chiede degli interventi. “Sono quanto mai necessari una politica di detassazione del lavoro e un ampliamento della no tax area, nonché forti investimenti pubblici sui servizi per migliorare le condizioni dei lavoratori degli appalti, raggiungendo la parità salariale con i lavoratori del pubblico”, spiega Negrini.
Nel dettaglio sono tre le proposte avanzate da Legacoop Toscana: piena equiparazione salariale tra i lavoratori impiegati nel settore pubblico e quelli impiegati nelle esternalizzazioni; limiti chiari al part-time a livello legislativo; superamento della logica degli appalti, prediligendo coprogettazione, coprogrammazione, accreditamento e project financing come modalità principali di esternalizzazione.