A Firenze è boom Airbnb: sempre più persone scelgono il sito californiano per trovare ospiti (paganti). C’è chi, per arrotondare, affitta casa nei periodi in cui è via e chi invece ha fatto dell’home sharing quasi una professione.
Tra gli annunci l’inglese va forte, meglio se accoppiato ai monumenti simbolo: tra una “Ponte Vecchio terrace” e un “Duomo secret garden” spuntano attici, palazzi signorili, sistemazioni in periferia, stanze singole o condivise: sono quasi 7mila gli annunci fiorentini.
Quanto costa e quanto si guadagna a Firenze
Abbiamo dato uno sguardo al “listino prezzi”: si va dai 20 euro per un posto letto fino ai 1.800 per una lussuosa dimora arredata con gusto impeccabile. Stando alle stime di Airbnb, a Firenze affittando un intero appartamento per due persone è possibile guadagnare in media 500 euro a settimana, cifra che varia in base alle caratteristiche dell’immobile, alla posizione e al periodo.
Come funziona Airbnb (anche nei pagamenti)
Un business che fa gola per la facilità del procedimento: bastano pochi click per registrarsi gratuitamente, creare il pro filo e pubblicare annunci, poi i pagamenti vengono gestiti automaticamente dalla piattaforma, che li accredita 24 ore dopo il check-in anche sul conto corrente.
Dove sta il guadagno per Airbnb? Trattiene il 3 per cento di commissione a chi affitta, mentre l’ospite paga tra il 6 e il 12 per cento in più. E per limitare i timori degli ansiosi, il sito garantisce gratuitamente un’assicurazione sui danni accidentali provocati all’alloggio, fino a 800mila euro, e su quelli causati all’ospite, nel caso si facesse male.
Ovviamente ci sono le clausole tipiche di un contratto assicurativo, che escludono ad esempio “responsabilità sorte per percosse, molestie sessuali” e ancora per “funghi o batteri”.
Tasse, obblighi fiscali, denuncia dei redditi
A Firenze gli host (chi decide di “condividere” l’abitazione) erano3.700 già nel 2015, secondo i dati forniti a Il Reporter dal colosso californiano, con 364mila arrivi in città. Attenti però alle tasse: sta al padrone di casa pagare quanto dovuto fiscalmente, sebbene – come denunciato da più parti – su Airbnb i furbetti ci siano, eccome. In gergo vengono chiamate “locazioni brevi” e quanto guadagnato è considerato un reddito a tutti gli effetti, quindi da dichiarare nel 730.
Adesso siamo nel pieno di una rivoluzione fiscale in materia, con norme nazionali e locali che stanno tentando di dare regole più stringenti, quindi meglio rivolgersi al commercialista prima di incappare in problemi.
Airbnb e Firenze: la tassa di soggiorno
In più c’è la tassa di soggiorno: Palazzo Vecchio ha firmato un’intesa con Airbnb perché riscuota direttamente questa imposta (2,5 euro a turista per notte, fino a un massimo di sette notti), ma l’accordo ancora non è attivo: sta all’host versare il tributo nelle casse comunali.