Nuove tecniche per risparmiare concimi, consumare meno acqua e per difendere in modo migliore le colture dai parassiti. Un cervellone informatico che, supportando la formulazione di bollettini di produzione biologica, possa consentire scelte più ragionate agli agricoltori. Nuovi sistemi organizzativi per la gestione della movimentazione dei prodotti ortofrutticoli.
Sono alcune delle innovazioni, che possono essere già impiegate nel campo dell’ortofrutta biologica toscana, presentate a Firenze durante il convegno finale del progetto “Tecno innovazioni per la valorizzazione sostenibile del bio toscano – 4 Bio”, finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del PSR 2014-2020 e più precisamente e specificatamente del progetto integrato di filiera 53/2015 il cui soggetto-promotore è la società Vivitoscano.
Il progetto è nato nel 2016 per rispondere alle esigenze di innovazione nel settore biologico e valorizzare le produzioni attraverso l’adozione di tecniche maggiormente sostenibili lungo l’intera filiera, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità dei processi produttivi, la qualità delle produzioni e gli aspetti della logistica nell’ambito della filiera dell’ortofrutta biologica della Toscana.
Le sfide del biologico
La filiera dell’ortofrutta fresca è uno dei segmenti più delicati dell’alimentare, poiché dal campo alla tavola i prodotti devono arrivare non soltanto in perfette condizioni igienico-sanitarie, ma devono anche mantenere quelle caratteristiche organolettiche e nutrizionali che influiscono sulla scelta del consumatore. La Toscana può svolgere all’interno del settore ortofrutticolo biologico e di qualità un ruolo di primo piano, ma – è stato spiegato – il settore primario necessita di una maggiore organizzazione tecnica commerciale e innovazione nei processi produttivi.
Il convegno è stato l’occasione per fare un quadro generale sul progetto integrato di filiera e presentare i risultati dell’originale progetto a cui hanno collaborato, nei due anni di attività, oltre al capofila Vivitoscano di Firenze, due centri di ricerca, Uni.Pisa – C.i.R.A.A. e Crpv soc.coop., Terre dell’Etruria con la propria rete di tecnici sul territorio, e altre società esperte del settore: Apofruit Italia, AOP Gruppo VIVA, Ca’Nova, Winet, Agronica, Onit, Grafikamente.
Il progetto ha visto direttamente impegnate alcune aziende agricole di diverse province della regione, presso cui sono state effettuate le prove sperimentali con l’obiettivo di testare direttamente i risultati ottenuti.