Pitti Uomo si chiude con il segno più: 24mila buyer, il 18% in più rispetto a un anno fa, quando furono 20.800. I compratori italiani che aumentano del 20% e quelli internazionali del 13%. Ultimo giorno di rassegna, ma il bilancio è già scritto: l'87° edizione è stata un successo.
Bene l'Europa, benissimo il Giappone
Segnali incoraggianti anche dalle previsioni dei mercati esteri. In testa il Giappone, seguito dalla Germania (cresciuta di quasi il 20%), ma in generale la crescita percentuale di quasi tutti i paesi europei è in doppia cifra: Gran Bretagna, Olanda, Grecia, Spagna. La Francia, ormai da qualche stagione il primo mercato di riferimento per l’abbigliamento maschile italiano, sembra avviata addirittura verso un +30%. Aumenti del 30-40% anche da tutti i paesi della Scandinavia.
Oltre i confini del vecchio continente va forte la Cina, +30%. Lieve aumento anche per gli Stati Uniti, + 6%. Buone performance per Medio Oriente, Canada, Messico, India, Sud Africa, Singapore, Taiwan e Tailandia. In calo invece le presenze da Russia (-25%) e Ucraina (-20%).
La moda italiana continua a crescere
La moda italiana però continua a crescere. Nonostante la crisi economica generale, la moda maschile italiana archivia il 2014 con il fatturato in crescita dell'1,2%, portandosi a poco più di 8,6 miliardi di euro.
“Un grande risultato – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico e turismo Giovanni Bettarini – nonostante il pesante clima internazionale che avrebbe potuto scoraggiare i buyer internazionali dal partecipare a Pitti. Così non è stato e i dati fanno davvero ben sperare”.