Non fu una notte come le altre, non poteva esserlo. In molti fiorentini c’era un presentimento inspiegabile. Era arrivato il nodo alla gola e non si conosceva il motivo. Per molti tifosi l’ultima bandiera della Fiorentina stava per lasciarli portandosi via un pezzo di storia. Forse per i nostalgici i momenti più belli, quelli da raccontare ai nipoti. Una storia col titolo “Per sempre”. Il telefono squillò a mezzanotte d’estate del 2001, ora portoghese: le una di una notte malinconica per l’Italia. Giovanni Branchini, procuratore di Rui Costa, da Milano chiamò nella casa in Algarve Manuel Cesar Rui Costa: “Rui sei del Milan”. Passano pochi attimi, il tempo di realizzare quanto stava accadendo, che subito arriva la risposta di Rui Costa dall’ altra parte della cornetta: “Ok”. Voleva salvare la Fiorentina, ma non fu possibile. Dopo poche ore trapelò la notizia, i tifosi capirono e venne spontaneamente creato “Un lungo addio” in uno stadio gremito. Tante sciarpe sventolavano il numero 10 con scritto Rui Costa, poi venne lanciato un mazzo di fiori, Manuel lo raccolse. Guardò il suo pubblico e scoppiarono le lacrime. Addio. Un sentimento sincero tra un giocatore e la sua città, meglio dire tra un uomo e persone innamorate del calciatore che toccava la palla danzando, dell’uomo che toccava l’anima dei tifosi. Oggi Manuel compie 39 anni, noi siamo fermi al 95/96 quando firmò la lettera d’amore per la maglia della nostra città. Grazie e auguri grandissimo campione: il cuore batte ancora e balla la portuguesa.
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La carriera. Rui Manuel César Costa, meglio conosciuto come Rui Costa (Lisbona, 29 marzo 1972), è un ex calciatore portoghese. Attualmente ricopre la carica di direttore sportivo del Benfica. Soprannominato O Maestro, in carriera ha vestito le maglie di AD Fafe, Benfica, Fiorentina e Milan. Nella Fiorentina fu capitano e uomo simbolo sia con Batistuta che dopo la sua partenza. Anche nel Milan si è sempre rivelato un esempio di professionalità sia in campo che fuori, fornendo ottime prestazioni (fondamentale il suo contributo di assist alla vittoria della Champions League 2002-03) e accettando il suo ruolo nonostante il suo minore utilizzo dopo l’arrivo di Kaká.