Si può o no giocare a calcetto, quando e dove la riapertura dei campi nelle diverse regioni italiane per le partite tra non professionisti? È questa la domanda che si fa il mondo del pallone (amatoriale) dopo il polverone che si è sollevato sul via libera agli sport di contatto e le decisioni in autonomia delle diverse Regioni, che ordinanza dopo ordinanza stanno dando l’ok alla ripresa dei match con date diverse, dalla Toscana alla Campania, passando per Lazio e Lombardia.
Tutto è partito da uno stop inatteso: il Cts (Comitato tecnico scientifico sul coronavirus) ha detto no alla ripresa delle partite dal 25 giugno (data fissata dall’ultimo dpcm), mentre all’interno del governo si è scatenato un derby tra il ministro dello Sport Vicenzo Spadafora, da sempre favorevole, e il titolare del dicastero della Salute Roberto Speranza, che ha preso tempo. Nei supplementari di questa partita per il via libera al calcetto sono però entrate a gamba tesa le Regioni che, a macchia di leopardo, hanno stabilito la riapertura degli impianti degli sport di contatto secondo il protocollo e le linee guida anti-Covid già diffuse.
“Niente partite di calcetto”, perché il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha detto no
La doccia fredda è arrivata a poche ore dalla (presunta) riapertura dei campi di calcetto il 25 giugno dopo lo stop per l’emergenza coronavirus: il Comitato tecnico scientifico ha detto no alla ripresa delle partite e degli sport di contatto. Secondo il gruppo di esperti esiste ancora il rischio della ripresa dei contagi da coronavirus “ in cluster determinati da aggregazioni come negli sport da contatto” e quindi secondo il Cts devono “essere rispettate le prescrizioni del distanziamento e della protezione individuale”.
Da quando si potrà giocare a calcetto con la riapertura dei campi?
A cambiare le regole del gioco potrebbe essere il documento redatto dalle Regioni, con le linee guida da adottare per la riapertura degli impianti di calcetto e per la ripresa degli sport di contatto: su queste indicazioni si attende un nuovo parere del Comitato tecnico scientifico.
Il ministro dello Sport Spadafora, durante una diretta Facebook, ha chiarito di aver detto sì alla riapertura dei campi degli sport di contatto, ma manca il parere del ministro della Salute Speranza. “Non posso decidere da solo, ora tocca agli altri prendersi le proprie responsabilità – ha aggiunto – le Regioni possono iniziare a dare il via libera assumendosi una responsabilità importante, come ho fatto io dando l’ok”.
Dove si può giocare a calcetto: quali Regioni hanno firmato un’ordinanza, dalla Campania alla Toscana
Le pedine sul campo di questa partita sono quindi anche le Regioni, che qui come in altre situazioni procedono secondo uno schema variabile. O meglio, ognuno per conto suo. La Puglia è stata il prima a firmare un’ordinanza che ha permesso di giocare a calcetto già dal 25 giugno per il basso rischio di contagi da coronavirus. Ok anche in Veneto, Liguria, Abruzzo, Puglia e Sicilia.
Dal 3 luglio in Toscana si può giocare a calcetto, a basket e tornare a fare gli sport di contatto, ha deciso il presidente della Regione Enrico Rossi, il 2 luglio è stato invece il giorno X della riapertura stabilito dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Il calendario della ripresa degli sport di contatto continua con la Campania, dove un’ordinanza del presidente della Regione Vincenzo De Luca dà il via libera al calcetto dal 6 luglio.
In Lombardia, se non ci saranno marce indietro per la situazione dei contagi, si potrà giocare a calcetto dal 10 luglio 2020, lo stesso giorno previsto per la riapertura di sale da ballo e discoteche. Ancora incerta la ripresa delle partite in Piemonte e in Emilia Romagna.