sabato, 20 Aprile 2024
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Tre fiorentini conquistano il Pegaso d’Argento

Un Salone Brunelleschi gremito di atleti ed appassionati ha ospitato la premiazione della XIII edizione del Pegaso per lo sport.

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Un Salone Brunelleschi gremito di atleti ed appassionati ha ospitato la premiazione della XIII edizione del Pegaso per lo sport. Un festa che si rinnova ogni anno per far rivivere le emozioni ed i successi della Toscana che riesce a salire sul podio o che comunque riesce a distinguersi per le sue imprese sportive. Ieri pomeriggio, a porgere la statuetta dorata del cavallo alato alla vincitrice Giulia Fornai, c’era l’assessore regionale con delega allo sport Salvatore Allocca, il presidente del Coni toscano Paolo Ignesti ed il presidente dell’Ussi Toscana Franco Morabito. Conduttori della serata Gianfranco Monti e Vittorio Betti.

“LO SPORT E’ LA PIU’ BELLA METAFORA DELLA VITA”. ”E’ un onore poter premiare le eccellenze dello sport toscano”, ha detto l’assessore Allocca. ”Ma insieme ai tanti campioni vorrei anche ricordare le migliaia di persone volontarie che prestano la loro attivita’ in questo settore tutti i giorni. Si puo’ davvero affermare che lo sport e’ la piu’ bella metafora della vita”. La cerimonia si e’ aperta con l’attribuzione dei primi riconoscimenti agli atleti del canottaggio. Poco dopo e’ stato consegnato il primo dei sei premi speciali: alla Canottieri Limite di Limite sull’Arno, per i suoi 150 anni. Un breve video ha ripercorso la vita di questa gloriosa societa’. Massimo Porciani, presidente regionale del Comitato Paralimpico, e’ stato poco dopo chiamato sul palco per consegnare 10 medaglie ad 8 atleti e 2 societa’.

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PEGASO D’ARGENTO PER SIMONE. Simone Faggioli, pilota fiorentino e campione italiano ed europeo velocità in montagna, è il vincitore del Pegaso d’Argento. Sorride alla domanda: “Quanto coraggio ci vuole per vincere e correre così forte, si deve essere un po’ incoscienti?”, e risponde: “A vent’anni lo ero, poi dopo qualche livido, anzi diversi lividi, fratture, anzi diverse fratture, capisci che per vincere non c’è bisogno di essere incoscienti. Magari per essere pilota un po’ di rischio lo corri ugualmente”. Conclude il fiorentino: “Ad ogni gara penso alla vittoria ma in una lunga carriera si pensa anche a procurarsi meno fratture possibili …”.

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