Napoli ha Pulcinella, Venezia Colombina, Bergamo Arlecchino e Brighella. A Firenze invece la maschera tradizionale del carnevale è Stenterello. A dispetto dei moderni eroi non possiede super-poteri, l’unica arma che può sfoderare è una pungente ironia. Niente muscoli, ma un fisico gracile e asciutto. Nessuna bat-caverna, bensì una “casa” in Borgo Ognissanti. Stenterello, l’unica tra le maschere tradizionali italiane ad avere origini fiorentine, negli ultimi anni sembra aver perso il suo fascino tra i più piccoli anche a causa dell’agguerrita concorrenza dei moderni idoli di cartoon e fumetti.
La casa di Stenterello a Firenze e le origini della maschera
Il passato di colui che “pare cresciuto a stento” affonda però le radici in uno dei rioni storici fiorentino. Il personaggio, simbolo del popolano di bassa estrazione che combatte le avversità e le ingiustizie a suon di scherzi e battute appuntite, comparve per la prima volta alla fine del Settecento sul palco del teatro dell’Accademia dei Solletici, meglio conosciuto come teatro di Borgo Ognissanti. Sorgeva al civico 4, lì dove dal 1895 è nata una chiesa evangelica battista, ancora in attività.
Il babbo di Stenterello: Luigi Del Buono
Gracile e mingherlino, come il suo creatore, Stenterello deve il suo nome, secondo la tradizione, al nomignolo con cui era chiamato fin dall’infanzia lo stesso ideatore, il fiorentino Luigi Del Buono. Orologiaio in piazza del Duomo, con la passione per il palcoscenico, Del Buono lasciò definitivamente la bottega nel 1782 per dedicarsi interamente alla carriera artistica.
Nove anni dopo fondò la propria compagnia e arrivò al successo portando alla ribalta la celebre maschera di Firenze: la nascita ufficiale di Stenterello viene fatta risalire agli anni tra il 1798 e il 1800, proprio nel teatro di Borgo Ognissanti, dove spopolavano le rappresentazioni capitanate dall’esile personaggio.
Quale fiorentino ha ispirato la maschera di Stenterello?
Secondo quanto racconta Raffaele Landini, attore del vernacolo fiorentino tra i più vicini a Del Buono, per il carattere di Stenterello il commediografo prese spunto da un personaggio reale: un mendicante che si trovava spesso sotto un tabernacolo di via della Scala.
Secoli dopo, una lapide al numero 4 di Borgo Ognissanti ricorda il “popolare personaggio burlone scanzonato e arguto, rimasto nella memoria cittadina” e che oggi è ancora protagonista delle feste del carnevale fiorentino. Poco più avanti, nel corridoio che porta al chiostro del Ghirlandaio, si trova la tomba di Luigi Del Buono.