venerdì, 27 Giugno 2025
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Come cambiano le startup italiane quando a guidarle sono le donne

Malgrado le costanti difficoltà, la crescente presenza femminile sta contribuendo a trasformare il volto dell’imprenditoria italiana rendendolo più inclusivo, innovativo e attento all’impatto sociale. È un dato di fatto: quando sono le donne a guidare una startup il contesto di riferimento cambia nei contenuti, nei modelli organizzativi, nei valori su cui si fondano i progetti.

Stando a quello che sottolinea ExpressVPN nel suo approfondimento sul tema, non si tratta semplicemente di una questione di genere, ma di approccio. Le startup fondate o guidate da donne spesso mettono al centro bisogni concreti, esperienze vissute, visioni orientate all’impatto sociale e alla sostenibilità. E questa impostazione, come vedremo, si riflette in misura crescente sulle modalità con cui, oggi, nascono, si sviluppano e prosperano le nuove imprese in Italia.

Numeri ed esempi di startup italiane guidate da donne

I dati delle ultime ricerche parlano chiaro: secondo Unioncamere, le imprese a guida femminile in Italia sono circa 1,3 milioni, pari al 22,2% del totale. E anche se le percentuali o il tasso di crescita non appaiono altisonanti, il contributo femminile all’ecosistema startup è in aumento. Sempre più donne, ad esempio, si stanno facendo strada nel settore dell’innovazione e del digitale, due ambiti tradizionalmente dominati da figure maschili.

Un esempio emblematico è quello di Factanza, media company fondata da Bianca Arrighini e Livia Viganò: le due, ex studentesse della Bocconi, sono partite con l’obiettivo di rendere l’informazione più accessibile ai giovani. Il progetto è decollato nel pieno della pandemia, proprio perché rispondeva ad un’esigenza concreta: fare chiarezza in un momento di forte confusione, attraverso un linguaggio diretto, concreto e moderno. Factanza è un perfetto esempio di come le startup al femminile sappiano intercettare bisogni emergenti facendo leva su strumenti nuovi e linguaggi adeguati.

Donne al timone delle startup italiane: come cambia il contesto

Il caso Factanza insegna come molte startup al femminile nascano da esperienze dirette nei settori in cui operano. Questo aspetto, uno degli elementi distintivi delle imprese guidate dalle donne, conferisce ai progetti una forte carica di autenticità e rispondenza alla realtà: ciò si traduce in soluzioni più aderenti ai bisogni del mercato. Ma non solo: le startup fondate sulla leadership femminile mostrano una maggiore propensione all’uso consapevole del digitale. Non come fine, ma come mezzo per creare impatto positivo, facilitare l’accesso ai servizi, valorizzare le relazioni. Queste realtà, inoltre, manifestano più interesse alla sostenibilità, sia ambientale che sociale: adottano pratiche inclusive, pongono attenzione al benessere dei team di lavoro, promuovono una guida più orizzontale e collaborativa.

Un ulteriore elemento chiave risiede nella capacità di costruire reti solide di confronto e supporto. L’esempio di Bianca Arrighini è emblematico: le imprenditrici intervistate o citate nei diversi contesti mettono spesso in evidenza il valore del networking e dei role model, non come strumenti per ottenere visibilità ma come leve di crescita collettiva. Quando sono le donne a guidare una startup, in definitiva, l’impresa non cambia solo per questioni di genere ma nella sua identità più profonda. A cambiare è proprio il modo di fare business: si moltiplicano i modelli di leadership e gli orizzonti dell’innovazione si allargano. È un cambiamento silenzioso ma strutturale, attualmente in corso nel nostro Paese e che sta contribuendo a ridisegnare l’imprenditoria italiana con nuove priorità e nuovi linguaggi.

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