venerdì, 22 Novembre 2024
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La bottega di paralumi che resiste ai fast food

Di fronte al Conservatorio Cherubini, tra negozi di borse, di souvenir e bar, resiste l’ultimo baluardo di tradizione fiorentina: la storica bottega artigianale di paralumi della famiglia Becucci

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La Galleria dell’Accademia è a pochi metri, di fronte c’è il Conservatorio Cherubini e a destra l’Opificio delle Pietre Dure. Questi per citare solo alcuni tra i maggiori riferimenti di Firenze più vicini alla storica bottega artigianale di paralumi della famiglia Becucci.

Tra negozi di borse, di souvenir, bar e fast food, è impossibile non notare le due storiche vetrine di quello che possiamo definire l’ultimo baluardo in fatto di lampade realizzate a mano dell’intero quartiere. “Questa era una zona di paralumai – ci ha riferito con un certo rammarico l’attuale proprietario Leonardo Becucci – fino a una trentina di anni fa c’erano almeno altre sette botteghe tra via degli Alfani, via dei Servi e via della Pergola. Oggi sono tutti spariti”.

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La storia della bottega di paralumi

L’esercizio venne avviato dal nonno di Leonardo, Livio, nel 1940; inizialmente lavorava alla Galleria dell’Accademia poi si mise in proprio ma già prima di iniziare l’attività sagomava fusti per altre botteghe che erano già presenti nel quartiere. Nel 1946 si aggiunse il babbo Franco che qui è rimasto fino a due anni fa. Leonardo Becucci è entrato a bottega per aiutare il padre subito dopo il servizio di leva, nel ’94 e da circa un anno e mezzo è rimasto da solo a tirare avanti: “mio padre è stato qui fino all’ultimo perché il vero artigiano sta in bottega fino a che può”.

paralumi Firenze centro tessuto artigianali

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I turisti messi in fila per vedere il David non sanno che anche questi 30 metri quadrati di fondo sono un museo e a entrarci se ne rimane davvero incantati. Colpisce il soppalco in alto delimitato da una balaustra in legno che pare provenga da un vecchio teatro. La bottega poi è piena di oggetti, anche antichi, stipati in ogni angolo: il collezionismo è infatti un’altra passione che si è tramandata di padre in figlio. Attraverso uno stretto passaggio si accede al laboratorio dove le tre generazioni dei Becucci si sono succedute al banco per saldare le sagome dei paralumi.

Insomma qui si respira la storia di Firenze e quasi ci si commuove a guardarsi intorno. In questo piccolo spazio i Becucci hanno creato paralumi per quasi otto decenni. “Le nostre lampade sono presenti in ambienti prestigiosi – ci ha riferito con legittimo orgoglio Leonardo Becucci – molte famiglie antiche fiorentine si servono da noi, come anche gli hotel più caratteristici di Firenze e, ultimamente, anche gli agriturismi delle campagne vicine”.

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paralumi in centro

Si coglie tanta modestia nel racconto di questo giovane artigiano tanto che quasi dimentica di riferirci delle importanti commesse per il Teatro della Pergola, il Museo Stibbert, l’Opificio delle Pietre Dure, l’Istituto Germanico di via Giusti, la Casa Campatelli a San Gimignano, storiche biblioteche e altro ancora. “Il grosso dei nostri clienti – continua – sono fiorentini o comunque toscani che chiedono di realizzare lampade da tavolo partendo da candelieri antichi, brocche, lucerne, vasi di ceramica o di porcellana. Con i turisti non lavoriamo molto, al massimo con quelli che vengono in Italia in macchina come tedeschi e francesi”.

E il futuro? “Mi hanno chiesto di insegnare il mestiere alle nuove generazioni e forse prima o poi mi deciderò ad accettare”. Ma per imparare il mestiere ci vuole tempo, gusto e tanta pazienza.

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