Sul Franchi, lo stadio di Firenze, ci sono ostacoli col Pnrr. Circa 55 milioni dei 200 complessivi (oltretutto senza il ricalcolo dell’adeguamento dei prezzi), dunque più di un quarto, sono sotto la lente di ingrandimento della Commissione europea. Quelle risorse arrivano da un contributo del ministero dell’Interno attraverso i piani urbani integrati e la Ue ha chiesto ulteriori specifiche in modo da valutare l’ammissibilità del finanziamento. C’è un mese di tempo.
Pnrr e problemi: non solo lo stadio Firenze
Non c’è solo lo stadio di Firenze a essere interessato dal Pnrr e da accertamenti della Commissione europea. C’è infatti il “Bosco dello sport” di Venezia e in questo caso la cifra su cui servono approfondimenti tocca i 90 milioni di euro. Più di Firenze dunque. Da Palazzo Vecchio si parla di fiducia affinché tutto vada bene. Nel frattempo il sindaco Dario Nardella ha parlato col ministro per gli affari europei Raffaele Fitto, con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e con il presidente di Anci Antonio Decaro per cercare di trovare soluzioni. Firenze, Venezia e il governo insieme in modo da risolvere il problema.
“Dietrofront immotivato”
Proprio Decaro è stato duro nel commentare la comunicazione della Commissione europea. Ha parlato di un dietrofront grave e immotivato. “Se si definanziano progetti come questi peraltro con gare aperte e aggiudicazioni in corso, i sindaci non potranno restare in silenzio: non esiteremo a difendere queste scelte”. È ovvio che se a Firenze qualcosa dovesse andare male, anche il Comune sarebbe in difficoltà visto che quei 55 milioni sotto la lente d’ingrandimento sono necessari per portare a termine il progetto. Magari scatterebbero compensazioni ma nessuno da Palazzo Vecchio vuole pensare a questa ipotesi. E neanche i tifosi della Fiorentina che sognano il nuovo impianto e intanto si dividono su dove la squadra dovrà andare a giocare durante i cantieri. Tra le ultime idee circolate anche uno stadio provvisorio per i viola alla scuola marescialli carabinieri di Castello durante i due anni in cui l’Artemio Franchi sarà inagibile per i lavori. Sempre che tutto vada bene.