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L’ebook che racconta l’Italia della crisi

Una serie di conversazioni di Giulio Sapelli e Lodovico Festa sulle grandi questioni politiche e economiche che ci coinvolgono e delineano il nostro tempo.

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Perché decine d’imprenditori italiani – tanti veneti e di città di provincia – hanno iniziato a uccidersi con impressionante continuità dall’inizio del 2012? Che cosa c’è di nuovo ad accelerare un fenomeno in parte già iniziato a fine dell’anno passato?

IL PRIMO DELLA COLLANA. Che cosa c’è di comune e di differente rispetto ai classici suicidi da crisi economica come quelli del 1929 – gli investitori disperati che si buttano dai grattacieli – ben presenti nella nostra memoria collettiva? Da queste incalzanti domande partono i “Dialoghi sull’Apocalisse” (collana di ebook edita da Goware), una serie di conversazioni di Giulio Sapelli e Lodovico Festa sulle grandi questioni politiche e economiche che ci coinvolgono e delineano il nostro tempo: il primo titolo “L’Italia che si uccide”, già disponibile in ebook nelle librerie digitali, affronta la drammatica questione dei suicidi degli imprenditori, soprattutto delle piccole comunità italiane, mettendo in evidenza le connessioni antropologiche, economiche e politiche di questo fenomeno per molti versi di tipo nuovo.

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L’ANALISI DI UN FENOMENO. Un paio di anni fa alcune decine di quadri e dirigenti di France Télècom scelsero di togliersi la vita: in quei terribili gesti si leggeva la risposta a un trauma provocato dalla trasformazione dello status di persone che si consideravano al servizio della nazione più che normali impiegati, nelle “morti” italiane s’intravede anche una scelta morale. E tutto ciò è assai differente da quel che avviene in Grecia. Una nuova sensazione di abbandono ha colpito parte del tessuto dell’impresa minore italiana, improvvisamente terrorizzata dal non poter assolvere innanzi tutto al dovere sociale di dare lavoro ai propri dipendenti. Tra analisi sociologica e considerazioni politico-economiche, uno studioso storico affermato e un opinionista noto per i suoi punti di vista non convenzionali dialogano su una tragedia che non va colpevolmente rimossa.

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