Il primo confronto tra i candidati sindaco alle elezioni comunali di Firenze è andato in scena ieri sera alla Certosa, sede dell’appuntamento organizzato dall’associazione SaveTheCity e trasmesso in diretta da Lady Radio. Tutti e nove i candidati sullo stesso palco per la prima – e probabilmente anche ultima – volta. Ecco come sono andati, seguendo l’ordine del sorteggio che ha inaugurato l’iniziativa. LEGGI LA DIRETTA DEL CONFRONTO.
Primo confronto tra i candidati sindaco – la diretta
Andrés Lasso. Forse il più teso, ma si dimostra anche il più preparato: progetti, date, proposte chiare e di sostanza. Pronto anche quando c’è da replicare agli altri candidati, su tutti la risposta a Bocci in tema di traffico e mobilità privata. È lui la sorpresa della serata.
Gabriele Giacomelli. Parla una lingua d’altri tempi, tra proletariato e lotta di classe. Ma ha un’idea forte e la sa declinarla su tutti i temi senza indugi. Manca di vivacità, il palcoscenico non è il suo habitat.
Fabrizio Valleri. Sabotatore di una formula eccessivamente ingessata che lui è bravo a spingere agli estremi: legge tutte le risposte sui suoi appunti, rinuncia alle repliche “perché quelle non ce l’ho scritte”, scherza. Piazza pure due claim perfetti per il marketing della politica: la “rivoluzione rionale” al centro del suo programma e la “Foresta Foster” da realizzare al posto della stazione per l’alta velocità.
Primo confronto tra i candidati sindaco. Nardella vs Bocci
Dario Nardella. L’esperienza paga e il sindaco uscente tiene a bada gli avversari nel “tutti contro uno” al quale inevitabilmente sapeva di andare incontro. Porta cose fatte e rivendica risultati, sfida gli avversari a proporre idee alternative se vogliono dimostrarsi credibili. Esce allo scoperto con i Della Valle – il suo “non ci sono più alibi” suona come un ultimatum sul progetto del nuovo stadio – e strappa l’ovazione quando nell’accorato appello finale richiama ai valori di libertà e antifascismo.
Ubaldo Bocci. Il mantra dell’“avete governato per 50 anni, adesso basta” sulle prime pare spianargli la strada. Mano a mano, però, il candidato del centrodestra deve fare i conti con i tempi del confronto, che fatica a gestire. Si spende in attacchi a Nardella e non ne ha abbastanza per chiudere il ragionamento. Così non è chiara la sua alternativa su tramvia, stadio, aeroporto, sgomberi e periferie. Fino all’ultimo inciampo, quando spreca completamente l’appello conclusivo.
Elezioni Firenze 2019, il confronto tra i candidati sindaco
Mustafa Watte. È preparato, ha un programma chiaro e sa come raccontarlo. Lo fa con tono salmodiante che, quando tocca a lui, di certo non scalda un clima già piuttosto tiepido di suo. Parole d’ordine: legalità e regole.
Saverio Di Giulio. All’opposto del suo vicino di sgabello, alza la voce e incalza il pubblico. Su ogni tema proposte nette e intransigenti. Ma quando si schiera contro lo ius soli nel nome dell’Italia nata dal sacrificio sul Piave, si prende i fischi.
Antonella Bundu. La più ficcante anche nella provocazione, senza mai perdere la sua compostezza regale. Inclusività e sostenibilità al centro del programma. Ne ha per Nardella e per Bocci, ma riserva le stoccate più dure al suo dirimpettaio Di Giulio, invocando la chiusura di CasaPound.
Roberto De Blasi. Parte piano, si scalda con l’andare delle domande. Un paio di idee di rottura – lo stadio fuori dall’abitato di Firenze, il check-in a Santa Maria Novella per i voli in partenza da Pisa – ma nel complesso è emblema di un grillismo ormai istituzionalizzato.