Stessa spiaggia stesso mare? Sì, ma ai tempi del coronavirus anche i più abitudinari dovranno fare i conti con una serie di regole e con i possibili rischi che si possono correre frequentando la spiaggia a cui si è più affezionati e allora come andare al mare e fare il bagno in acqua senza pericolo? La parola d’ordine è sempre “distanziamento”, che secondo gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità rappresenta la principale arma per contenere il contagio. Ma è bene prestare attenzione e non sottovalutare nessuna variabile, soprattutto quando si lascia l’ombrellone e ci si sposta tra bagnasciuga e aree condivise.
Per ridurre al minimo questa possibilità l’ISS ha pubblicato il “Rapporto sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2” redatto del gruppo di lavoro ambiente-rifiuti Covid-19 in collaborazione con il Ministero della Salute, l’Inail, il Coordinamento di prevenzione della Conferenza Stato Regioni, gli esperti delle Arpa e altre istituzioni, con l’obiettivo di alzare il livello di sicurezza nelle spiagge, libere e gestite da stabilimenti.
Il rapporto fornisce delle raccomandazioni utili a tenere sotto controllo i rischi sanitari, e va ad integrare le linee guida che la Conferenza Stato regioni aveva già diffuso.
Andare al mare: quali sono i rischi per il coronavirus?
Il rischio più importante per chi non vuole rinunciare al mare è sempre lo stesso, quello da “assembramento”. Considerato il fatto che l’Italia conta oltre 7 mila chilometri di costa (con un quarto delle aree di balneazione dell’intero continente europeo) abitate da circa 17 milioni di persone che possono raddoppiare nei momenti di picco dell’alta stagione, e che quest’anno l’invito è quello di trascorrere le vacanze nelle località di villeggiatura di casa nostra (decisione grazie alla quale si può usufruire di un bonus vacanze di 500 euro), la possibilità di trovarsi su una spiaggia affollata esiste e come.
Il coronavirus si trasmette anche in acqua e che effetto ha il caldo?
Secondo il rapporto dell’ISS, è meno rilevante il rischio di una potenziale contaminazione da Covid dell’acqua da parte di scarichi che sversano in mare o di imbarcazioni di passaggio. Oltre alle misure di controllo e monitoraggio a carattere ambientale e sanitario normalmente applicate in base alla normativa vigente, non ci sono infatti prove scientifiche che il coronavirus possa sopravvivere in acqua.
Per quanto riguarda il caldo e il sole battente, gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità precisano che il coronavirus risulta suscettibile a fattori ambientali come le temperatura elevate e l’irraggiamento solare: mentre è stabile a valori bassi (4 gradi), la sua presenza diminuisce esponenzialmente con la crescita della colonnina di mercurio. In alcuni esperimenti, riportati nel rapporto dell’ISS, è stato osservato inoltre che il coronavirus resiste per minor tempo negli ambienti esterni a causa della luce del sole: in situazioni simili a quelle di un’assolata giornata estiva in spiaggia ricreate in laboratorio, è stato rilevato che il 90% del virus viene inattivato nel giro di 7 minuti.
Spiagge libere 2020 e coronavirus: il “regolamento” per andare al mare
Le regole anti-coronavirus al mare: niente feste in spiaggia
Alla luce di questi “pericoli”, le regole per poter vivere tranquillamente le proprie vacanze in costume sono varie ma tutte mirate a tenerci per quanto possibile lontani gli uni dagli altri. Rimane l’obbligo di distanziamento di almeno un metro e di utilizzo della mascherina quando non è possibile rispettarlo, l’invito a igienizzarsi spesso e bene le mani, a starnutire nel gomito o in fazzoletto e a vigilare sul distanziamento dei bambini.
A queste principi basici si aggiungono le dieci raccomandazioni per i gestori degli stabilimenti:
- facilitare la prenotazione per l’accesso agli stabilimenti e registrare gli utenti, mantenendo l’elenco delle presenze per un periodo di almeno 14 giorni, nel rispetto della normativa sulla privacy
- utilizzare cartellonistica con regole comportamentali comprensibili anche per utenti stranieri
- garantire distanziamento anche durante la balneazione
- controllare la temperatura, ove possibile, del personale e dei bagnanti con interdizione di accesso se questa risulta superiore ai 37,5°C
- vietare qualsiasi forma di aggregazione tra cui attività di ballo, feste, eventi e degustazioni a buffet
- interdire gli eventi musicali con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento
- pulire, con regolarità almeno giornaliera, le varie superfici, gli arredi di cabine e le aree comuni e sanificare in modo regolare e frequente attrezzature (sedie, sdraio, lettini, incluse attrezzature galleggianti e natanti), materiali, oggetti e servizi igienici, limitando l’utilizzo di strutture (cabine docce singole, spogliatoi) per le quali non sia possibile assicurare la disinfezione tra un utilizzo e l’altro
- non trattare in alcun caso spiagge, terreni, arenili o ambienti naturali con prodotti biocidi
- evitare l’uso promiscuo di qualsiasi attrezzatura da spiaggia
- dotare i bagnanti di disinfettanti per l’igiene delle mani