E’ arrivato intorno alle 15 in Palazzo Vecchio Massimo D’Alema, per un incontro a porte chiuse con il sindaco che non ha mai nascosto di volerlo rottamare.
IL FACCIA A FACCIA. Il presidente uscente del Copasir ha tirato dritto davanti alla folla di cronisti, proseguendo sparato verso l’ufficio di Matteo Renzi. I due sono rimasti a colloquio per quasi un’ora. Un faccia a faccia riservato, senza telecamere e giornalisti.
”CONVERSAZIONE AMICHEVOLE”. “E’ stata una lunga conversazione amichevole”, è il primo commento rilasciato da D’Alema appena uscito dallo studio di Clemente VII. Il presidente della Fondazione Italianieuropei interviene poi sull’esclusione del sindaco dalla rosa dei ”grandi elettori” che dal 18 di aprile dovranno scegliere il successore di Napolitano al Quirinale.
”ERRORE ESCLUDERE RENZI”. “E’ stato un errore escludere Renzi”, afferma D’Alema. Che assicura però che “non ci sono state telefonate da Roma” e che si è trattato di una questione “legata a dinamiche locali”. Quanto alle voci circolate in questi giorni su una sua possibile candidatura al Quirinale, D’Alema smentisce. “Il mio nome non è in lizza, sarà Bersani a dire chi sarà il candidato”. Poi allontana le ombre su una possibile scissione all’interno del Pd.
IL PRETESTO. Dopo l’incontro con il sindaco D’Alema è atteso a una lezione sulla crisi dei partiti in Europa organizzata dall’Istituto di Scienze umane a Palazzo Strozzi. Una lezione promossa da Dario Nardella, fino a poche settimane fa braccio destro di Renzi e oggi deputato del Pd. Ed è proprio insieme a lui che D’Alema, non a caso, è arrivato in Palazzo Vecchio.