Una società per azioni 100% pubblica per gestire la superstrada Fi Pi Li e che può inserire un pedaggio. È l’ultima idea sulla Firenze-Pisa-Livorno, strada molto trafficata e considerata per molti un incubo anche per i continui cantieri. Si vorrebbe investire per renderla anche più sicura ma devono esserci entrate ed ecco allora l’idea dell’introduzione di un pedaggio.
Un pedaggio sulla Fi Pi Li, come funziona
Il pedaggio sulla Fi Pi Li non sarà per tutti. Nello studio commissionato dalla Regione Toscana all’advisor Kpmg si parla di un pedaggio per i mezzi pesanti, i camion sopra le 3,5 tonnellate. Sempre nello studio si parla anche di un piano B, un accordo che porterebbe la nuova società, Toscana Strade, a dividersi le somme ricavate degli autovelox con le province di Pisa, Livorno e la Città metropolitana di Firenze. Se da una Fi Pi Li con il pedaggio si potrebbe ricavare tra i 12 e i 15 milioni di euro all’anno, con gli autovelox l’importo è di circa 15 milioni (l’ultimo dato è del 2019).
In quanti percorrono la superstrada
La Fi Pi Li ha bisogno di costante manutenzione, da qui l’idea di un pedaggio. Entrate certe in modo da poter investire. D’altronde ogni giorno sono 55mila i veicoli che percorrono questa strada in direzione di Empoli, Pontedera, Pisa, Livorno e naturalmente Firenze. Dei 55mila veicoli al giorno, un buon 20% sono mezzi pesanti: ecco perché si potrebbe arrivare ad un incasso di 12-15 milioni di euro l’anno. Naturalmente i camionisti sono in rivolta.
Il presidente regionale della Fita Cna Toscana Michele Santoni ha detto, senza mezzi termini: “Se pensano di trattarci come il bancomat per tappare le buche e finanziare una spa pubblica si sbagliano: ci faremo sentire in tutti i modi, a costo di bloccare la strada”.
Sistemi satellitari per il controllo del pedaggio sulla Fi Pi Li
Intanto il presidente della Regione Eugenio Giani ha confermato la proposta di una “quota di pedaggio per camion e tir che possono essere controllati con sistemi satellitari senza bisogno di fare i caselli”. Quindi l’idea è di non realizzare caselli, ma controllare il tutto con dei sistemi satellitari.
Giani ha inoltre specificato che per rifare la superstrada “le risorse del Pnrr o dei fondi europei non sono utilizzabili perché per scelta non si è voluto finanziare le strade, quindi, l’unico modo è quello di autogenerare delle risorse come del resto avviene già in Veneto, in Lombardia, nel Lazio dove le regioni si sono organizzate”. La ‘battaglia’ è appena iniziata e nel frattempo i cantieri sulla superstrada sono una costante.