Sono stati ritrovati dopo 45 anni dalla storica alluvione che sconvolse Firenze, resti di alcuni oggetti di uso quotidiano come bottiglie, stracci, scarpe e altro durante alcuni scavi svolti da Publiacqua per il colettore sulla riva sinistra d’ Arno. A presentare la teca commemorativa, che sarà esposta a Palazzo Vecchio fino all’11 novembre, Eugenio Giani, presidente del consiglio comunale di Firenze e Erasmo d’Angelis, presidente Publiacqua.
OGGETTI RINATI. Scarpe, stracci, bottiglie, barattoli ricoperti di terra. Quelli che sembrerebbero normali rifiuti diventano testimoni dell’alluvione che nel 1966 ha travolto Firenze e il bacino dell’Arno e di cui domani, 4 novembre, si celebra il 45esimo anniversario. Un inaspettato ritrovamento che ha riportato alla luce quegli oggetti sommersi dal fango e rimasti interrati sulle rive del fiume. A commemorarli una teca, realizzata da Publiacqua in collaborazione con lo studio fiorentino di architettura Rrs-studio, esposta fino all’ 11 novembre nel cortile della Dogana a Palazzo Vecchio. “Una teca – ha detto il presidente Giani – piena di oggetti ‘sopravvissuti’, ma soprattutto piena di significato che deve ricordarci che non dobbiamo dimenticare mai e fare di tutto affinché quanto accadde in quei terribili giorni non accada mai più”.
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IL RITROVAMENTO. Publiacqua stava effettuando degli scavi per posare la tubatura per l’emissario in riva sinistra d’Arno, quando sono cominciate ad affiorare dal sottosuolo piccole “discariche” disperse lungo gli argini del fiume. Analizzando gli oggetti è stato possibile capire che non si trattava di semplici rifiuti urbani, ma di residui accumulatisi nei giorni dell’alluvione e rimasti intatti per 45 anni.
45ESIMO ANNIVERSARIO. Domani, 4 novembre, sarà celebrato il 45esimo anniversario dell’alluvione di Firenze. Erasmo D’Angelis spiega: “E’ stata la prima alluvione globalizzata che commosse e mobilitò il mondo e lo stupì con l’arrivo degli angeli del fango. I primi ricordi di tutti – prosegue – sono quelli della marea d’acqua e fango che sommerse la città trascinando con sé tutto ciò che c’era tra abitazioni, botteghe, officine, librerie, negozi. La storia di quei giorni è fatta anche di migliaia di piccoli episodi, di salvataggi e di solidarietà e con questa teca vogliamo innanzitutto ricordare e riscoprire una memoria dell’alluvione fatta di piccole cose”.