mercoledì, 22 Gennaio 2025
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Il 25 in istituto? No grazie: per i disabili un Natale ”vero”

Il centro per disabili Oda Villa San Luigi questo 25 dicembre sarà chiuso. E i suoi ospiti, i 41 disabili che normalmente lo abitano, questa volta trascorreranno un Natale in una casa vera e propria, con una famiglia, il panettone e tutto il resto.

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Il Natale in istituto? Quest’anno no, no grazie. Il centro per disabili Oda Villa San Luigi questo 25 dicembre sarà chiuso.

NATALE VERO. E i suoi ospiti, i 41 disabili che normalmente lo abitano, questa volta trascorreranno un Natale vero. Non tra le mura del centro, ma in una casa vera e propria: con una famiglia, con il panettone, con gli addobbi e tutto il resto. Dietro a questo gesto, bello e dal grande valore simbolico, c’è un lavoro di squadra nato dall’impegno profuso quotidianamente presso la struttura dell’Oda di Firenze nella presa in carico della persona disabile intellettiva.

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LAVORO DI SQUADRA. In istituto non rimarrà nessuno: alcuni dei ragazzi ricoverati presso il centro passeranno il 25 con le loro famiglie (i fortunati che la hanno e che la hanno vicina), altri – la maggior parte – nelle case di chi si è offerto per ospitarli. E allora Giampierino se ne andrà a casa di Claudio, un ex dipendente del centro, Saverio e Andrea trascorreranno il 25 a casa di una famiglia di amici volontari dell’Unitalsi; Paolo, Vincenzo, Caterina, Elisa saranno a Reggello, a casa di Sara, un’educatrice del centro. E via così, per tutti e 41 gli ospiti del centro di Castello, che in questo giorno speciale chiuderà i battenti. Anche i medici della struttura ospiteranno nelle loro famiglie i ragazzi più complessi, che hanno maggiori problematiche cliniche.

“UNA FASE”. Quello che sta per avvenire al centro Oda Villa San Luigi è emblematico di un modo di intendere la residenza in istituto ben preciso: “Crediamo che la permanenza nel centro per questi ragazzi debba essere una fase di un percorso di presa in carico riabilitativa, non un punto d’arrivo della loro esistenza – spiega la direttrice del centro Giovanna Sorrentino – A volte il ricovero in residenziale è indispensabile anche per bambini in età tenerissima, utilissimo per la loro crescita, per la loro abilitazione, ma occorre già dal primo giorno di ricovero lavorare per la loro de-istituzionalizzazione, il loro rientro in famiglia e nella società. Quello che siamo riusciti a fare chiudendo l’istituto per Natale è un piccolo gesto, un piccolo passo per sensibilizzare le famiglie e la società, per abituarle a pensare che accogliere e occuparsi di un disabile, anche se grave, è possibile, e non bisogna arrendersi all’idea che non sia possibile farlo”.

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