Con l’uscita dei primi dati sull’affluenza gioia ed entusiasmo esplodono alla sede di Arci Toscana in Piazza dei Ciompi, dove si è riunito il comitato “vota sì” del referendum. Per i promotori è stata una vittoria straordinaria della partecipazione.
PERDONO I FURBETTI DEL QUORUM. “Un voto che rappresenta un plebiscito contro il nucleare, contro la privatizzazione dell’acqua e per una giustizia uguale per tutti. Hanno perso i furbetti del quorum, tra loro Berlusconi e Bossi, quelli che ad ogni referendum, in modo scorretto, si dilettano a sommare il loro astensionismo con gli astensionisti fisiologici che non votano mai. Oggi ha vinto davvero l’Italia migliore, quella che partecipa e s’impegna per l’interesse generale”, dichiara Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana.
CAMPAGNA IN RETE E STRADA PER STRADA. Don Andrea Bigalli, coordinatore regionale di Libera e portavoce del forum movimenti per l’acqua della Toscana, confida: “questo risultato era fortemente sperato e il cambiamento si percepiva nell’aria. Le persone hanno capito come tutelare i propri diritti, anche grazie all’attivissima campagna in rete e a quella strada per strada”.
TUTTO E’ PARTITO DALLA TOSCANA. E il presidente dell’Arci Toscana, Vincenzo Striano, tiene molto a ribadire il ruolo da protagonista della Toscana, ricordando che fu proprio la Regione Toscana a impugnare presso la Corte Costituzionale il provvedimento legislativo: “Abbiamo ottenuto un risultato straordianario al di sopra di qualunque aspettativa – commenta – È una vittoria della gente. Riguardo la questione della privatizzazione dell’acqua tutto è partito dalla Toscana”.
ORA VIA ALLE ENERGIE RINNOVABILI. “Col risultato di questo referendum l’Italia ha chiuso definitivamente le porte al ritorno del nucleare nel nostro paese” dichiara Martin Rance (Arci) “I cittadini hanno espresso chiaramente la propria volontà. Da domani dobbiamo lavorare tutti per fare dell’Italia un paese energeticamente sostenibile grazie alle energie rinnovabili”.
NON SCELTA EMOTIVA MA DECISIONE MATURA. Secondo Mauro Chessa di Cittadinanzaattiva, “confrontando le percentuali sui 4 quesiti, risulta evidente che la componente emotiva dovuta a Fukushima non ha prevalso. Il voto rappresenta inequivocabilmente una scelta matura e un nuovo indirizzo politico che nessuno potrà ignorare”.