Prendi i maestri pasticceri di Scandicci, mescolali con i bambini di sette scuole primarie della città e il dessert è fatto. Gli “artigiani” di sei pasticcerie del territorio (Marisa, Le Torri, Laquale, Catania, Aquila, Cafè Momus) fino al 18 aprile entrano nelle mense per spiegare agli alunni le ricette della tradizione, in occasione del progetto “Dolci dolcezze” del Comune di Scandicci.
Sono in corso gli ultimi appuntamenti: prima la dimostrazione pratica, poi i bimbi gustano le torte preparate dai laboratori artigianali. Abbiamo intervistato due pasticceri scandiccesi coinvolti durante questo mese.
Il Cafè Momus e l'amore per la torta della nonna
Dal cachemire alla chantilly: quando aveva 30 anni è passato dall’azienda di famiglia, specializzata in maglie di lana, al mondo della pasticceria. “Avevo questa passione fin da piccolo”, racconta Carlo Distante, classe 1968, che da due decenni guida il Cafè Momus in via Pisana, a Casellina.
Dall’inizio dell’avventura molto è cambiato, ma non il gusto degli scandiccesi. “Quello è rimasto uguale – osserva – oggi però sono sempre più attenti all’aspetto estetico: un dolce non deve essere solo buono, ma anche bello. Ormai i clienti non vogliono neppure un’imperfezione sulla loro torta”. Ride Carlo, che dà il merito del suo successo anche allo staff del Momus, dieci persone.
I dolci più gettonati sono millefoglie, profiterole e cheesecake, ma per i bimbi della scuola Marconi ha riservato il 6 aprile, il suo preferito: la torta della nonna. L’ingrediente segreto? “L’amore: senza è impossibile fare questo mestiere, che è faticoso, non ci sono festività o sabati liberi”.
La Pasticceria Aquila e il dolce sogno di ogni bambino
Passione di famiglia. Alla fine degli anni Sessanta, mamma e babbo hanno aperto un bar-latteria, poi i figli Leonardo e Andrea hanno messo su una vera e propria pasticceria, che oggi conta due negozi, uno storico vicino alla chiesa di Santa Maria e l’altro in via Pascoli.
“All’inizio facevamo anche il gelato, quando dissi a mia mamma che volevo smettere per concentrarmi sui dolci, si scatenò una tragedia”, ricorda con un sorriso Leonardo Aquila. “La concorrenza è sempre stata spietata: vince chi punta su qualità e innovazione”.
Leonardo va fiero del suo lavoro, “facciamo ancora la crema a mano senza quelle polverine che usano in tanti – precisa – gli ingredienti sono tre: testa, cuore e umiltà”. Il piatto forte è il millefoglie, ma la nuova tendenza è il dolce monoporzione: torte semifredde in miniatura, da cento grammi l’una, con un cuore di mouse o bavarese. Ai piccoli della XXV Aprile ha proposto lo scorso 10 aprile il profiterole: “la dimostrazione pratica è laboriosa, ma ammettiamolo: il bongo è il dolce che tutti i bimbi sognano”.