venerdì, 22 Novembre 2024
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Tempesta sul Maggio Musicale Fiorentino

Da un lato l'avviso di garanzia al sovrintendente del Maggio Musicale Alexander Pereira, dall'altro i conti e l'ipotesi commissariamento

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Sempre più nubi intorno al Maggio Musicale Fiorentino. Da un lato l’avviso di garanzia al sovrintendente Alexander Pereira per gli scontrini da giustificare, spese ritenute eccessive anche da tanti esponenti politici (su tutti Fdi). Dall’altro i conti del teatro. La situazione non è buona tanto che qualcuno inizia a invocare l’arrivo di un commissario al posto di Pereira. Finora il sindaco di Firenze Dario Nardella ha sempre voluto evitare questa ipotesi ma potrebbe cambiare idea. Di certo è in programma un colloquio col ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Gli attriti

Un commissariamento al Maggio Musicale porterebbe problemi anche di natura politica. Il ministro Sangiuliano è di centrodestra, dunque scegliere di commissariare il Maggio all’interno di un’amministrazione di centrosinistra sarebbe certamente una mossa rischiosa in termini di equilibri politici. È vero che però, raccontano in molti, Pereira avrebbe rotto con molti, anche all’interno dell’ente. Non solo dunque con i sindacati con cui da tempo è in atto un confronto serrato.

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La Guardia di Finanza al Maggio Musicale

Intanto è arrivata di nuovo la Guardia di Finanza. Dopo aver raccolto, nei mesi scorsi, informazioni e aver recapitato a Pereira un invito a comparire il 9 febbraio in Procura, ecco un’altra visita. Stavolta i finanzieri sono tornati per indagare sull’uso da parte del sovrintendente del fondo di ripatrimonializzazione dello Stato che dovrebbe essere usato solo per il patrimonio e non per coprire le spese del teatro. Da Roma non sarebbe mai arrivata l’autorizzazione a usare le risorse – 35 milioni, 27 sono già arrivati – per le spese del teatro (sui debiti il dibattito è aperto da lungo tempo, ecco cosa era stato noto nell’ottobre 2021 sulla possibilità di una svolta per il Maggio).

I sindacati, come anticipato, sono sul piede di guerra. Avevano chiesto maggiore trasparenza sui conti del teatro. E ora si lamentano. Anche se c’è la volontà a “collaborare a favore del teatro sperando che il voler garantire continuità di governo alla Fondazione finisca per costituire un dannoso e incomprensibile accanimento terapeutico che invece di curare aggrava lo stato del malato”.

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