venerdì, 19 Aprile 2024
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Normalista arrestato, gli studenti lanciano l’appello: ‘liberatelo’

I giovani del collettivo studentesco Tijuana project, che ieri hanno organizzato un presidio davanti al Tribunale di Pisa, hanno lanciato una raccolta di firme per la liberazione di Dario. Ecco il testo della petizione.

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“Dario libero, Pisa libera”. Questo l’appello lanciato dal collettivo studentesco Tijuana project per la scarcerazione del dottorando della prestigiosa Scuola Normale di Pisa arrestato nella notte fra sabato 9 e domenica 10 luglio, in seguito a un violento scontro con un carabiniere (leggi l’articolo).

LA VICENDA. Secondo l’accusa, il giovane avrebbe aggredito un carabiniere, prendendolo a morsi; secondo gli amici del giovane, invece, il dottorando sarebbe stato picchiato dai militari per essersi rifiutato di mostrare i documenti. Tutto è successo durante la festa per la fine dell’anno accademico nella prestigiosa università pisana: una cinquantina di ragazzi ha tentato di entrare non avendo l’invito. Le guardie giurate hanno avvisato le forze dell’ordine. Il ragazzo sarebbe così uscito dal Palazzo della Carovana, sede della festa, per capire il motivo della tensione: i carabinieri gli avrebbero chiesto i documenti e al rifiuto del 25enne sarebbe scattata la colluttazione.

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UNA PETIZIONE PER DARIO. Gli studenti del collettivo, che ieri hanno organizzato un presidio davanti al Tribunale pisano, hanno anche lanciato una raccolta firme per la liberazione del normalista, coinvolgendo anche il Web (vai al sito). Ecco il testo della petizione:

Come cittadini, studenti, lavoratori, migranti e precari, troviamo inaccettabile una gestione in senso militare ed arbitrario del dissenso e dello spirito critico, propri di una cittadinanza attiva. Abbiamo visto la militarizzazione delle piazze per sbandierare una fantomatica sicurezza ma ci chiediamo di quale sicurezza si stia parlando, nel momento in cui un normale cittadino viene aggredito, portato via e fatto sparire in caserma, per ore nel silenzio: al posto di Dario poteva esserci chiunque. Forse per Pisa la violenza di questo recente stato di polizia è una novità, ma la lista di casi analoghi è purtroppo già lunga, pensiamo a Cucchi ed Aldrovandi solo per citare i due più famosi, o ciò che è successo a Fabiano in Val Susa. Le nostre vite non possono dipendere da deliri di onnipotenza di carabinieri e polizia, perché nelle celle silenziose di questure e carceri si muore. Se vogliamo che Pisa e le nostre città siano luoghi veramente accoglienti e sicuri è necessario che tutti prendano posizione affinché si ponga fine al dilagare dei gravi abusi di potere da parte delle “forze dell’ordine”.

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Chiediamo la liberazione immediata di Dario e lo scioglimento da ogni capo d’accusa nei suoi confronti.

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