Rispettare e avere cura degli spazi pubblici è un diritto-dovere di ogni cittadino, perché l’ambiente che ci circonda è anche, e soprattutto, di tutti noi, gli abitanti. Concetto semplice, quanto (spesso) disatteso: basta infatti guardare allo stato di incuria in cui versano alcune strade, piazze, facciate, marciapiedi e via dicendo. Quando si parla di decoro urbano, insomma, niente è scontato, e forse è il caso di ricordare alcuni principi elementari in tema di rispetto ambientale.
L’INIZIATIVA. Principi che s’imparano a scuola, ma che poi qualcuno inevitabilmente si scorda. Da queste considerazioni e dall’esigenza di sensibilizzare sempre più la cittadinanza sul tema nasce la “Carta del decoro urbano” del Quartiere 3. Un libretto realizzato con la collaborazione di alcuni cittadini volontari, che contiene norme e consigli per contribuire a rendere più vivibile e bello il quartiere e, più in generale, l’intera città. “È una sorta di memorandum, suddiviso per argomenti, su chi-fa-cosa in tema di decoro urbano – spiega Liliana Fusi, presidente della commissione del Quartiere 3 che ha curato la redazione della Carta – si parla di vandalismo grafico, abbandono di rifiuti ingombranti, abusivismo pubblicitario, deiezioni canine, danneggiamento di aree verdi e così via, spiegando brevemente cosa prevede la norma e a chi bisogna rivolgersi per informazioni, segnalazioni e interventi”. Punto di partenza è la convinzione che un territorio ordinato e non degradato sia anche un territorio sicuro. La Carta vuol quindi essere qualcosa di più di un mero veicolo di conoscenza, configurandosi piuttosto come uno strumento di prevenzione, attraverso la diffusione di regole basilari per la cura e il rispetto degli spazi comuni. Già, perché il tema del decoro urbano va di pari passo con quello della sicurezza, secondo una banale quanto infallibile equazione: più decoro uguale meno insicurezza.
SICUREZZA. E del binomio decoro-sicurezza si è parlato proprio in occasione della presentazione della Carta, avvenuta lo scorso 18 marzo a Villa Bandini: “A livello europeo esiste una normativa che si chiama ‘prevenzione del crimine attraverso l’urbanistica’ – dice il procuratore nazionale antimafia, nonché consigliere speciale del sindaco per la sicurezza, Piero Luigi Vigna, intervenuto al dibattito – dovremmo iniziare a valutare i nostri progetti non solo per l’impatto ambientale, ma anche per l’impatto sulla sicurezza. Quartieri come Scampia a Napoli o lo Zen di Palermo sono un chiaro esempio di come l’architettura abbia favorito il crimine. Mi complimento con iniziative come questa della Carta perché, attraverso un linguaggio semplice, quello della raffigurazione, vanno dritte al cuore della questione: l’ambiente, lo spazio pubblico deve essere ‘cosa nostra’. Il disinteresse – continua – è contrario al decoro. D’altronde, qual è il primo biglietto da visita di una città? Come questa si presenta, ovviamente. E se si presenta male, pensiamo ad alcune strade anche del salotto buono di Firenze, questo biglietto da visita viene strappato…”. Ogni cittadino è insomma chiamato a prestare attenzione a ciò che è di tutti, ma anche suo, e la Carta è un valido supporto per accrescere la propria consapevolezza. Una strada sporca o un parco abbandonato, oltre a denotare degrado, hanno infatti anche un indice di pericolosità più elevato rispetto a luoghi puliti e curati. Infine, l’attenzione per gli spazi pubblici è un significativo segnale dell’orgoglio di appartenenza alla propria comunità, e un valore aggiunto per la capacità di attrarre interesse e investimenti.