Rifiutare una scheda del referendum 2022, votare o avvalersi della facoltà di non votare? È questo il dilemma. Durante l’election day del 12 giugno gli italiani sono chiamati alle urne per esprimersi sui quesiti referendari sulla giustizia e, in circa un migliaio di comuni, anche per rinnovare sindaco e Consigli comunali in occasione delle elezioni amministrative. Le operazione di voto si tengono solo nella giornata di domenica, dalle ore 7 alle 23. Visto il numero di quesiti referendari e la concomitanza con le elezioni comunali, uno dei dubbi più comuni riguarda la possibilità di non ritirare al seggio una o più schede.
Quante schede per il referendum del 12 giugno 2022? E per le amministrative?
Prima di tutto vediamo i “numeri”. 5 quesiti sulla giustizia: ecco quante schede, di diverso colore, si troveranno davanti gli elettori che andranno a votare per il referendum 2022. A queste si aggiungerà, nel caso di concomitanza con le elezioni amministrative, almeno un’altra scheda per eleggere sindaco e consiglieri comunali, più un’altra se in quella città sono presenti Circoscrizioni, Quartieri o Municipi. Insomma, un una grande realtà come Genova si arriverà a quota 7 schede, 5 per il referendum e altre 2 per le elezioni comunali e circoscrizionali.
Ecco in sintesi colore e quesiti delle schede (a questo link invece una spiegazione dei referendum sulla giustizia):
- scheda rossa – referendum abrogativo sulla legge Severino
- scheda arancione – referendum abrogativo sulla custodia cautelare durante le indagini per reiterazione del reato
- scheda gialla – referendum abrogativo per la separazione delle carriere dei magistrati
- scheda grigia – referendum abrogativo per la valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei Consigli giudiziari
- scheda verde – referendum abrogativo sulle firme per le candidature al Csm
- scheda blu – elezioni comunali (dove previste)
- scheda elezioni circoscrizionali (dove previste) – colore diverso a seconda del Comune
Si può rifiutare una scheda per il referendum del 12 giugno 2022
Non ci sono delle norme specifiche che regolino il caso del rifiuto di una o più schede elettorali. Le linee guida diffuse dal Ministero dell’Interno però ammettono questa pratica. In particolare l’elettore, davanti al presidente di seggio e agli scrutatori, deve manifestare esplicitamente la volontà di rifiutare una scheda o più schede, sia nel caso del referendum 2022, sia per le elezioni amministrative. In questo modo deciderà di non votare solo per alcune delle consultazioni in corso e non sarà conteggiato tra i votanti delle schede non ritirate.
Il rifiuto della scheda e il quorum del referendum abrogativo
Votare “Sì” a un referendum abrogativo significa esprimere il proprio assenso a cancellare (e quindi cambiare) una legge o parte di essa. Votando “No” invece resta tutto com’è. Attenzione però. Per i referendum abrogativi è previsto il quorum: ogni singolo quesito deve raggiungere il 50% più uno degli elettori aventi diritto perché l’esito del voto sia valido. Ad esempio se per un quesito vincesse il sì, ma senza il raggiungimento del quorum, la legge al centro della consultazione popolare non sarebbe abrogata e rimarrebbe tale e quale. Quindi rifiutare una scheda del referendum 2022 vuol dire anche non essere conteggiati nel quorum di quel determinato quesito.
Avvalersi della facoltà di non votare (per protesta)
Un caso particolare, che si è verificato durante i passati referendum, è quello di elettori che si sono presentati al seggio per rifiutare non una scheda ma tutte le schede, avvalendosi della facoltà di non votare, per protesta. Secondo la guida operativa del Ministero dell’Interno (qui il pdf), in questo caso l’elettore non viene conteggiato come votante ai fini del quorum e sulla tessera elettorale non deve essere messo il timbro della sezione. Se invece il cittadino ritira le schede e, senza entrare in cabina e senza alcun segno di voto, le restituisce al presidente di seggio, queste schede vengono annullate, ma l’elettore è conteggiato come votante e quindi nel quorum.