martedì, 16 Aprile 2024
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Scontri in Val di Susa, la verità dei No Tav fiorentini

“Inaccettabili falsità”. Con queste parole i No Tav di casa nostra, partiti in soccorso dei manifestanti valsusini bollano le notizie riportate dalla stampa sugli scontri che si sono svolti nei giorni scorsi al cantiere per il tunnel dell'Alta velocità. Ecco il loro racconto.

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“Inaccettabili falsità”. Con queste parole i No Tav di casa nostra, partiti in soccorso dei manifestanti valsusini bollano le notizie riportate dalla stampa sugli scontri che si sono svolti nei giorni scorsi al cantiere per il tunnel dell’Alta velocità. Ecco il loro racconto.

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COMITATO. Domenica 3 luglio una delegazione del “Comitato contro il sottoatraversamento Tav di Firenze” ha raggiunto i manifestanti in Val di Susa per dare manforte durante la contestazione e “assediare il Cantiere della Maddalena (Chiomonte) – si legge in una nota del Comitato – considerato dalla popolazione tutta e da ben 27 sindaci presenti alle marce, un corpo estraneo alla valle”.

REPRESSIONE MILITARE. “Il Comitato respinge le inaccettabili falsità diffuse dalla stampa, riprese purtroppo dal Presidente della Repubblica e dalle principali forze politiche della destra e del centrosinistra (PdL ma anche PD) – continua la nota – e denuncia la pesante repressione militare di carabinieri, polizia e guardia di finanza, asserragliati nel cantiere e sull’autostrada chiusa alla circolazione, con il lancio sistematico di centinaia di bombe lacrimogene fortemente urticanti e violente incursioni contro quanti hanno cercato, dai boschi e dalle strade, di opporsi ad una opera inutile e dannosa, funzionale solo alla potente trasversale lobby del cemento ed alle mafie”.

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FALSITA’. Anche quella dei black-bloc, secondo il Comitato, sarebbe una pura invenzione. “Di fronte alla netta e corale opposizione a questa opera, di fronte a decine di migliaia di persone, giovani, anziani, donne e bambini, che legittimamente intendevano riprendersi il territorio – prosegue il Comitato – al potere economico e politico non resta che inventarsi la storia dei ‘black-bloc’, la presunta divisione tra popolazione della valle e violenti estremisti venuti da fuori (!) per giustificare una insostenibile occupazione militare del territorio”.

LA VERSIONE DEI COMITATI. Il racconto prosegue con la testimonianza dell’impossibilità di raggiungere la località di Chiomonte, provenienti da Exilles (uno dei tre concentramenti) “a causa dell’incessante lancio di lacrimogeni sul corteo (tra cui tanti anziani, donne e bambini), che hanno provocato centinaia di feriti e reso irrespirabile l’aria”. “Possiamo testimoniare anche il ringraziamento sincero della valle nei confronti di chi è venuto a sostenere questa lotta, divenuta ormai non solo un problema locale, ma una questione nazionale”. La battaglia prosegue, anche a Firenze.

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