“Perquisizione!”, hanno detto bussando al finestrino dell’auto: così due finti carabinieri hanno rubato 300 euro alle due ragazze che si trovavano a bordo. Rintracciati dalla polizia, i due fratelli di 37 e 41 anni sono stati arrestati.
Il finto controllo dei finti carabinieri
Qualche giorno fa le due ragazze erano ferme in macchina in via della Quiete, a parlare. I due hanno bussato al finestrino mostrando distintivo e tesserino dei carabinieri e dicendo di dover procedere a una perquisizione. Hanno chiesto alle ragazze di restare in macchina e di poter controllare le loro borse. A quel punto hanno restituito le borse e si sono allontanati a bordo di un’utilitaria bianca.
Ma non appena finito il fantomatico controllo le due vittime, di 20 e 32 anni, si sono subito accorte che qualcosa non andava: dai portafogli all’interno delle borse erano spariti tutti i contanti, per un totale di oltre 300 euro. Immediato l’allarme al 113.
Auto rubata e tesserino falso
Una pattuglia in borghese della squadra mobile ha intecettato l’auto bianca dei sospetti intorno alla mezzanotte in viale Matteotti. L’auto è stata fermata in via della Mattonaia e all’interno c’erano i due fratelli, trovati in possesso di qualche grammo di marijuana e, soprattutto, di un portatessere nero con la “Fiamma dell’arma” dei carabinieri e un tesserino da maresciallo falsificato al suo interno, il tutto nascosto sotto al sedile del guidatore.
Nel blocco d’accensione c’era inoltre una chiave limata: la vettura era stata rubata a Pontassieve appena il giorno prima e il proprietario non si era ancora accorto del furto. Gli agenti hanno recuperato le banconote rubate alle due ragazze e arrestato i fratelli con l’accusa di rapina aggravata in concorso, ricettazione dell’auto e possesso di segni distintivi contraffatti delle forze dell’ordine.