Continua la protesta dei lavoratori contro la privatizzazione di Ataf e riprende slancio dall’esito del referendum. Questa volta i manifestanti scelgono l’ironia, girando per le vie di Firenze con il nuovissimo e accessoriato ”piedibus” sotto gli sguardi curiosi e divertiti della gente.
L’AUTOBUS CHE VA A PIEDI PER PROTESTA. Il “piedibus” è la nuova trovata dei lavoratori Ataf per dare visibilità alla loro protesta, anche in occasione di Pitti Uomo, senza danneggiare i cittadini con ulteriori scioperi che limitino il trasporto pubblico. Si tratta di un autobus costruito in legno che ha al posto del motore e delle ruote le braccia e le gambe dei lavoratori Ataf che lo sostengono dall’interno. Visto il notevole peso, qualcuno commenta: “la prossima volta ci metteremo anche delle ruote”.
LA CONTRADDIZIONE DI RENZI. La rappresentanza sindacale Ataf ha organizzato questa iniziativa per ribadire ancora una volta che “non è con la vendita delle quote e lo spacchettamento dell’azienda che si risolvono i problemi di Ataf, in polemica con le scelte dell’amministrazione – commenta l’ Rsu – è curioso come il sindaco Renzi abbia dichiarato di aver votato Sì al quesito referendario sull’acqua, quindi contrario all’ingresso di privati nella gestione di un bene pubblico, quando è di tutt’altro avviso se si parla di un altro bene pubblico: il trasporto pubblico locale”.
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L’ESITO DEL REFERENDUM CAMBIA TUTTO. “Con il raggiungimento del quorum referendario, gli Italiani hanno dimostrato la loro contrarietà a far gestire un servizio sociale ai privati. Il sindaco Renzi e gli altri sindaci proprietari delle quote Ataf, ne prendano atto”, si legge sul volantino che l’Rsu distribuirà oggi e domani ai cittadini.“E’ cambiato lo scenario in tutta Italia col referendum – dichiara Massimo Milli (Cgil) – qui a Firenze il 63% dei cittadini ha votato contro la gestione privata dei beni pubblici e la nostra protesta deve essere inserita in questo contesto”.
IL PUNTO FERMO. Per i sindacati rimane sempre attuale l’accordo firmato nel 2006 che prevedeva la costituzione di una unica azienda della mobilità, la quale comprendeva anche il trasporto pubblico locale, e forti investimenti sulla rete come le linee flash, i parcheggi e l’integrazione ferro-gomma.