Dopo i 11 casi di vaiolo delle scimmie diagnosticati in Toscana e a Firenze, in molti si chiedono cos’è questa infezione, quali sono i sintomi del virus, quali sono le conseguenze dell’infezione e anche come si trasmette. In particolare, dopo le anticipazioni di Repubblica Firenze, è emerso che i focolai sono collegati a due feste, una di Capodanno, l’altra qualche giorno dopo, in altrettanti locali dell’hinterland.
I casi riguardano 11 persone di genere maschile, 9 risiedono in provincia di Firenze, un altro nel territorio dell’Asl Nord Ovest e l’ultimo nella zona dell’Asl Sud Est. Hanno tra i 26 e i 46 anni. “Non c’è motivo di allarme“, ha sottolineato Renzo Berti, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl Toscana centro. Questa malattia, ha chiarito l’esperto, “molto di rado dà conseguenze gravi, si risolve spontaneamente in circa quattro settimane. Soltanto rari casi evolvono in modo più grave“.
Che cos’è il vaiolo delle scimmie, i sintomi
Tornato sotto i riflettori per i casi di Firenze, il vaiolo delle scimmie, detto anche Monkeypox o più propriamente Mpox, è conosciuto da decenni ed è causato da un tipo di virus (Orthopoxvirus) molto simile a quello che provoca il vaiolo umano e quello bovino. È stato individuato per la prima volta nelle scimmie a metà degli anni Cinquanta e nel 1970 è stato riscontrato nell’uomo. Attualmente è presente in forma endemica in Africa centrale e occidentale, dove si possono sviluppare focolai.
I sintomi del vaiolo delle scimmie nell’uomo comprendono la comparsa entro 3 giorni di eruzioni cutanee che evolvono in pustole, vescicole e croste: nella stragrande maggioranza dei casi si manifestano prima in faccia per poi estendersi ad altre parti del corpo, come sui palmi delle mani e sui piedi. Gli altri sintomi sono febbre, mal di testa, brividi, stanchezza, ingrandimento di linfonodi e dolori muscolari.
Come si prende e quanto dura il vaiolo delle scimmie
Il contagio può avvenire a causa del contatto con animali infetti, ma da uomo a uomo – chiarisce l’Organizzazione mondiale della Sanità – la trasmissione non è così facile. Quindi come si “prende” il vaiolo delle scimmie? L’Oms chiarisce che è necessario il contatto diretto con materiale infetto proveniente da lesioni cutanee o con oggetti contaminati (come ad esempio lenzuola o vestiti) oppure il contatto stretto e prolungato faccia a faccia con una persona positiva. Questo vuol dire ad esempio parlare e respirare uno vicino all’altro, attività che possono portare al contatto con le piccole goccioline di saliva a corto raggio. Sono a rischio anche baci e rapporti intimi pelle a pelle.
“I dati finora disponibili e la natura delle lesioni in alcuni casi suggeriscono che la trasmissione possa essere avvenuta durante rapporti intimi“, spiega l’Istituto Superiore di Sanità sul suo sito. Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie, secondo le evidenze scientifiche raccolte finora, può variare da 5 a 21 giorni e i primi sintomi, come le eruzioni cutanee, compaiono entro 3 giorni. Per quanto riguarda i casi del vaiolo delle scimmie diagnosticati a Firenze “verosimilmente l’infezione è stata contratta con una sessualità promiscua – ha spiegato Renzo Berti, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl Toscana centro – Ci sono state delle feste che possono aver determinato la trasmissione”.
Quanto dura, le conseguenze e il vaccino
La durata del vaiolo della scimmie, spiega l’Agenzia regionale di Sanità toscana, per la maggior parte delle persone varia da 2 a 4 settimane dalla comparsa dei sintomi. Bisogna tenere alta la guardia ma non fare allarmismo. Il vaiolo delle scimmie finora, per la stragrande maggioranza dei casi, non è stato mortale, spiega l’Istituto Superiore di Sanità: ha portato sintomi lievi con un decorso benigno, senza lasciare conseguenze, anche se il virus può avere avere conseguenze più gravi per le persone fragili, i bambini, le donne in gravidanza e gli immunodepressi, compreso chi è affetto da Hiv.
Per la prevenzione del vaiolo delle scimmie è disponibile un vaccino di terza generazione contro il vaiolo (il nome commerciale è Imvanex) somministrato in due dose a distanza di 28 giorni. Lo stesso ISS chiarisce che al momento la vaccinazione non è raccomandata alla popolazione generale, ma solo per alcune categorie più a rischio. Secondo le ultime evidenze scientifiche, le persone che si sono vaccinate contro il vaiolo (cosa che in Italia non è più obbligatoria dal 1981) hanno un minor rischio di infezione. Per loro la protezione può raggiungere l’85%.
Casi di vaiolo delle scimmie a Firenze e in Toscana: “Nessun allarmismo”
La Regione Toscana è in stretto contatto con le Asl per i casi di vaiolo diagnosticati a Firenze: la situazione, viene spiegato in una nota, si presenta come stabile e sotto controllo. Per i malati sono scattate le misure individuate dal Ministero della Salute: isolamento e informazione sulle misure igieniche e sui comportamenti da attuare per prevenire la diffusione della malattia. I servizi di igiene pubblica hanno svolto le indagini epidemiologiche per individuare eventuali contatti e hanno proceduto, nei giorni scorsi, a notificare i casi al Ministero della Salute.
Gli esperti invitano quindi alla calma. “Nessun allarmismo sul vaiolo delle scimmie dopo i casi registrati a Firenze, ma è chiaro che la vaccinazione deve essere consigliata alle persone con infezione da Hiv e a quelle persone che appartengono alle categorie a rischio ben individuate dai comunicati del Ministero della salute e dalla Regione”, ha commentato Pierluigi Blanc, infettivologo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze. “Eruzioni cutanee e linfonodi ingrossati: quando ci sono questi sintomi – ha aggiunto Blanc – è bene rivolgersi prontamente ad un medico”.