lunedì, 19 Maggio 2025
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Via Palazzuolo, l’appello degli abitanti

La strada torna a far parlare di sé dopo l’ultima rissa. La proposta all’amministrazione: ''Noi possiamo essere gli occhi e le orecchie delle istituzioni sul territorio''. E agli altri residenti: ''Serve la partecipazione di tutti''.

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L’ultimo episodio (grave) ha lasciato il segno. Via Palazzuolo, domenica 12 giugno, tardo pomeriggio. In strada, all’altezza dell’incrocio con via Santa Lucia e via degli Orti Oricellari, scoppia una rissa, intervengono carabinieri, polizia e polizia municipale, la gente scende in strada, il traffico è bloccato.

L’ULTIMA RISSA. I residenti (come tutte le volte che succede qualcosa lungo la strada, “richiamati” dalle grida di turno) si affacciano alle finestre, parlano tra loro, si sfogano. “Per noi che abitiamo qui non c’è neanche bisogno di andare al cinema, lo spettacolo ce l’abbiamo già sotto casa”, commenta amaro qualcuno. Gli episodi di questo genere (risse, schiamazzi, tensioni) nella zona in effetti non mancano. Ma quello del 12 giugno, sentendo i residenti, è stato qualcosa di ancora più grave. Forse perché accaduto di domenica, forse perché di pomeriggio (solitamente lo “spettacolo” va in scena di notte).

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LA LETTERA. Tant’è che Lorenzo, abitante della zona, ha preso carta e penna e scritto al sindaco in persona. “Io e mia moglie siamo sconvolti e meditiamo seriamente di lasciare questo posto dove non si può più vivere, nemmeno in un tranquillo pomeriggio di domenica”.

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DUE MESI DOPO. Da allora sono passati circa due mesi: la situazione è cambiata o tutto è rimasto come prima? È sempre Lorenzo a fare il punto della situazione. “Dopo ogni episodio del genere (e ce ne sono stati numerosi), le acque si calmano magicamente da sole, come per incanto – racconta – una serie di loschi figuri per un po’ non si vedono più, salvo ricomparire a tempo debito. Questa volta, se non altro, rappresentanti della politica cittadina e delle forze dell’ordine sono venuti a incontrare noi abitanti, e sembra che i controlli si siano intensificati”. Ma il sindaco ha risposto alla sua lettera? “No, non mi ha risposto, a differenza di qualche tempo prima, quando avevo segnalato altri disagi e mi aveva brevemente chiesto di tenerlo informato sugli sviluppi. Cosa che ho puntualmente fatto”. Continuate a considerare l’ipotesi di andarvene? “Con la morte nel cuore – spiega Lorenzo – perché siamo legatissimi a questa zona, ma non è la prima volta che meditiamo di andare via. Sono diverse le situazioni di illegalità che rendono la zona problematica, ma non sono infinite e non appaiono irrisolvibili, al contrario. Solo che non si vede la concreta volontà politica di risolverle affrontandole ‘di petto’. Ecco, ci sentiamo continuamente abbandonati dalle istituzioni, allora sale la rabbia e ci viene voglia di lasciare, di andare via”.

L’APPELLO. Ma avete, voi residenti, una proposta da lanciare alle istituzioni per risolvere la situazione? “Noi ci troviamo spesso in prima linea rispetto a queste situazioni problematiche. Cose che noi segnaliamo da tanto tempo (senza però troppe risposte). Noi possiamo essere gli occhi e le orecchie delle istituzioni sul territorio. La mia proposta quindi è che le istituzioni stesse approfittino del nostro ‘controllo sul territorio’, si avvalgano delle nostre esperienze quotidiane, e insieme a noi cerchino di risolvere almeno le criticità più evidenti. Insomma, che non ci vivano come avversatori o rompiscatole (in tipico stile fiorentino), ma lottino al nostro fianco per restituire la dignità di patrimonio dell’Unesco a questo pezzi di centro di Firenze”.

PARTECIPAZIONE. Cosa vorrebbe dire ai suoi “vicini di casa”? “Partecipazione. Ecco quello che mi senti di chiedere a tutti i residenti della zona, fiorentini, italiani, stranieri senza distinzione. Troppo spesso alle riunioni del Comitato e alle iniziative sul campo siamo un po’ pochi rispetto alla vera popolazione residente che sicuramente condivi- de le nostre istanze. Insieme viviamo il quartiere e insieme ci spetta di migliorarlo, ognuno con quel poco che si sente di investire per la propria qualità della vita. Partecipazione”.

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