Un reddito per chi non ha reddito. Anche in Toscana arriva il reddito di cittadinanza: un sussidio per portare 5 milioni di italiani sopra la soglia di povertà, i 780 euro al mese fissati dall’Istat e ormai entrati nell’immaginario comune. Il 6 marzo si aprono le domande per uno dei provvedimenti simbolo del governo. Che ha l’ambizione, per dirla con le parole del vicepremier Luigi Di Maio, di “abolire la povertà”, restituire dignità e sicurezza ai più bisognosi, aumentare la coesione sociale e dare una spinta ai consumi.
Poche misure negli ultimi anni hanno però diviso le parti politiche e l’opinione pubblica tanto quanto questa. I critici accusano l’esecutivo di aver realizzato uno strumento di puro assistenzialismo che non interviene sulle cause della povertà né su quelle della disoccupazione: non servirà, sostengono, a creare lavoro e rischia anzi di rivelarsi un disincentivo alla crescita del capitale umano, con il rischio di inasprire la frattura fra nord e sud del paese.
Secondo le stime di Irpet, l’istituto regionale per la programmazione economica, in Toscana le famiglie interessate sono quasi 45.700, un totale di 108mila persone, poco meno del 3% della popolazione. Firenze è la città che ne beneficerebbe di più con 11.684 potenziali richiedenti e 5.902 nuclei familiari.
Chi può richiederlo? I requisiti e l’Isee
Il reddito di cittadinanza può essere richiesto dai nuclei familiari che hanno un Isee (Indicatore di situazione economica equivalente) inferiore a 9.360 euro annui. Per presentare la domanda bisogna essere maggiorenni e cittadini italiani o di uno dei paesi dell’Unione europea, oppure extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo. È necessaria la residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.
Altri requisiti: un patrimonio immobiliare (esclusa la prima casa) che non superi i 30mila euro e un patrimonio finanziario non superiore ai 6mila euro, soglia che si alza per famiglie numerose o con disabili. Bisogna poi non aver immatricolato auto di grossa cilindrata nei sei mesi precedenti e non possedere navi o imbarcazioni da diporto. Il reddito di cittadinanza è compatibile con le altre misure di sostegno al reddito per la disoccupazione, come il Naspi. Non verrà invece erogato a chi è disoccupato per aver rassegnato le dimissioni volontarie nei 12 mesi precedenti, salvo i casi di dimissioni per giusta causa.
Come si calcola?
L’assegno mensile base, per un single, è di 780 euro. Ma solo per chi vive in affitto: chi abita in una casa di proprietà ha diritto a 500 euro al mese, se però su quella casa ha un mutuo da pagare l’assegno sale fino a 650 euro. Il reddito di cittadinanza aumenta per ciascun figlio a carico fino a un tetto massimo di 1.330 euro al mese per nucleo familiare.
Ha una durata di 18 mesi al termine dei quali può essere rinnovato dopo un mese di sospensione. A leggere il testo del decreto-legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il reddito sembra però essere “fino a esaurimento scorte”: il tetto dei circa 6 miliardi di euro stanziati dalla finanziaria non può essere sforato e se la cifra non bastasse a coprire il sussidio pieno, verrà “ristabilita la compatibilità finanziaria mediante rimodulazione dell’ammontare del beneficio”. In pratica, l’assegno verrebbe diminuito in modo da far bastare le risorse per tutti.
Come si riceve?
Il reddito di cittadinanza viene erogato ogni mese sulla Carta reddito di cittadinanza, una carta di pagamento elettronica emessa da Poste Italiane. Può essere utilizzata per l’acquisto di beni e servizi di base e consente di prelevare in contante un massimo di 100 euro al mese.
Come si spende?
Il sussidio deve essere speso entro il mese seguente a quello in cui viene erogato, altrimenti l’importo non speso verrà sottratto dall’assegno successivo. È vietato spendere i soldi del reddito di cittadinanza per il gioco d’azzardo.
Dove si richiede il reddito di cittadinanza in Toscana?
La domanda può essere presentata online, sul sito del governo dedicato al Reddito di cittadinanza, autenticandosi con l’identità digitale Spid. Altrimenti il modulo può essere consegnato presso uno sportello di Poste Italiane o un qualsiasi Caf convenzionato. L’Inps verificherà i requisiti entro cinque giorni.
Cos’è il Patto per il lavoro?
Se viene riconosciuto il reddito di cittadinanza, il beneficiario viene convocato entro 30 giorni dai Centri per l’impiego per stipulare il Patto per il lavoro. Dichiarando la propria disponibilità immediata al lavoro verrà così inserito in un percorso che prevede attività di formazione, di riqualificazione professionale o servizi alla comunità. Chi riceve il reddito di cittadinanza dovrà accettare almeno una delle prime tre offerte di lavoro congrue tra quelle che gli verranno presentate.
La congruità viene determinata dalle competenze, dalla distanza dal luogo di lavoro e dalla durata dello stato di disoccupazione. Criteri che si allentano ad ogni offerta rifiutata e con il passare del tempo di fruizione del reddito. Nei casi di marginalità più complesse, quelle che vanno al di là dell’aspetto strettamente economico, il beneficiario verrà inserito invece in un Patto per l’inclusione sociale, a cura dei servizi competenti dei Comuni.
Si può perdere?
Sì, nel caso in cui il beneficiario trovi un lavoro: si tratta, ovviamente, della soluzione ideale. Il reddito viene revocato anche nel caso in cui chi ne beneficia non sottoscriva il Patto, non partecipi alle attività di formazione o ai progetti di pubblica utilità oppure rifiuti tre offerte di lavoro congrue.