venerdì, 22 Novembre 2024
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Smart working: cosa cambia dopo il 15 ottobre (senza la proroga)

Le regole per il lavoro agile nel settore privato e quelle per i genitori di figli con meno di 14 anni

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Per chi lavora da casa in smart working cosa cambia dopo il 15 ottobre 2020, se non ci sarà la proroga dello stato di emergenza per il Covid-19? Con l’avvicinarsi della data X, sono in molti a chiedersi quali saranno le regole per il lavoro agile: continuerà ad esserci fino al 31 dicembre la procedura semplificata di richiesta, prevista finora, oppure si tornerà alla normalità anche su questo fronte?

La questione riguarda il settore privato, perché per quanto riguarda la pubblica amministrazione lo smart working è previsto fino al 31 dicembre 2020 per la metà del personale (sempre che l’attività sia eseguibile da remoto), mentre dal 2021 la PA dovrà dotarsi di linee guida ben precise, grazie al POLA, il piano operativo Piano organizzativo del lavoro agile (qui i dettagli).

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Smart working, il significato e la traduzione

Prima di tutto facciamo chiarezza su cosa significa smart working: questo termine inglese in italiano viene tradotto come “lavoro agile”. Altro non è che un lavoro compiuto da remoto (da casa o da un altro luogo), grazie a strumenti tecnologici come computer e tablet.

La definizione contenuta nella legge n° 81/2017 indica lo smart working come una modalità in cui un lavoratore dipendente può portare avanti il suo impiego, senza vincoli di orario o di spazio, organizzandosi in base a fasi e obiettivi, per conciliare i compiti da svolgere con i tempi della vita quotidiana. Il tutto con lo stesso stipendio e sotto lo stesso cappello normativo dei colleghi che lavorano in azienda “in carne e ossa”.

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Proroga dello stato di emergenza dopo il 15 ottobre fino al 31 dicembre?

Stato di emergenza per il coronavirus e smart working sono due aspetti strettamente collegati: al momento infatti è prevista una procedura semplificata con cui le aziende possono richiedere il lavoro agile in virtù della situazione legata al Covid. Quando scadrà questo stato di emergenza, si tonerà alle norme pre-esistenti.

Lo scorso 29 luglio è stata decisa la proroga dello stato di emergenza Covid fino al 15 ottobre 2020 e con essa anche il prolungamento di tutte le misure previste finora, dalle mascherine alla quarantena obbligatoria per chi proviene da paesi extra Schengen fino alle norme agili per lo smart working appunto. Secondo le ultime indiscrezioni, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte starebbe valutando se prorogare lo stato di emergenza per il Covid fino al 31 dicembre 2020. Si attende una decisione ufficiale nei prossimi giorni.

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Smart working, cosa cambia dopo il 15 ottobre?

Dal 16 ottobre, se non verrà rinnovato lo stato di emergenza, cambieranno quindi le regole per lo smart working, o meglio si tornerà alle norme precedenti, previste prima dello scoppio della pandemia di Covid-19: a dirlo sono anche le FAQ pubblicate sul sito del Ministero del Lavoro.

Oggi infatti le aziende private possono decidere lo smart working anche senza l’accordo del lavoratore e usando una “procedura leggera” per fare richiesta del lavoro agile: dopo il 15 ottobre – sempre che lo stato  di emergenza non sia prorogato – sarà necessaria invece un’intesa firmata dai singoli dipendenti per farli lavorare da casa, fissando insieme le modalità del lavoro da remoto, gli strumenti da usare, ma anche i tempi di riposo e i parametri per il cosiddetto “diritto alla disconnessione”.

Nel caso fosse prolungato lo stato di emergenza, il 31 dicembre 2020 è comunque il termine ultimo per usare le regole semplificate in campo di smart working nel settore privato: questa data limite è stata fissata dall’articolo 90 del decreto rilancio.

Smart working e congedi parentali, cosa cambia dal 15 ottobre per i genitori di figli minori di 14 anni

Dopo il 15 ottobre, e fino al 31 dicembre, per i lavoratori dipendenti con figli minori di 14 anni rimarrà comunque (che sia prolungato lo stato di emergenza o meno) la possibilità di smart working o congedi parentali speciali nel caso il bambino o ragazzo sia messo in quarantena per un contatto a rischio Covid.

Secondo le procedure anti-Covid, nel caso di contatti stretti con positivi al coronavirus gli alunni finiranno in isolamento domiciliare per 14 giorni e con loro saranno in quarantena anche i genitori conviventi. Per mamma o papà il decreto su trasporti e scuola, emanato dal governo a pochi giorni dal ritorno sui banchi, ha però introdotto fino al 31 dicembre la possibilità di continuare l’occupazione in remoto in smart working per tutto o parte dell’isolamento domiciliare. Se questo non fosse possibile uno dei due genitori potrà richiedere un congedo parentale speciale, retribuito al 50%. Qui i dettagli sul lavoro agile per i genitori con figli minori di 14 anni.

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