martedì, 19 Novembre 2024
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Il nome del vento di Patrick Rothfuss. La recensione

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Patrick Rothfuss ha scritto una saga fantasy unica, completamente diversa da tutte le altre. Un perfetto mix tra Harry Potter, Il signore degli anelli e Game of Thrones. Il libro racconta la storia di Kvothe, seguendolo in tutte le fasi della sua crescita assumendo così i tratti del romanzo di formazione.

Fin da piccolo Kvothe vaga per tutta Temerant, di città in città, con i suoi genitori e il gruppo di Edema Ruh, una dinastia di teatranti e cantastorie nomadi. Un giorno, tornando all’accampamento, trova tutti i suoi compagni uccisi e dilaniati. Nascostosi per la paura, intravede un gruppo di figure oscure avvolte in una strana e cupa ombra e circondati da fuochi blu. Sono i Chandrian, personaggi di cui si sa poco o niente, citati solo in alcune antiche fiabe da bambini. Kvothe, spaventato e solo, inizia a vagare senza meta, vivendo prima nascosto nei boschi e poi per le strade di Tarbean e delle altre città che incontra nel suo cammino.

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Pian piano decide di mettere a frutto gli insegnamenti del suo anziano maestro Abenthy, un “arcanista” che aveva iniziato a svelargli qualche trucchetto: farà di tutto per entrare all’Accademia e studiare da arcanista. Qui incontrerà amici fedeli, ragazze ammalianti, strozzini e potentissimi nemici e, tra mille avventure, porterà avanti il suo unico vero obiettivo: scoprire di più sui Chandrian, sugli assassini della sua famiglia, stanarli e sconfiggerli. La storia di questo primo volume della saga abbraccia tutta la giovinezza di Kvothe.

Lo vediamo crescere e maturare, diventare responsabile e commettere tremendi errori. Lo seguiamo nei difficili approcci amorosi e nelle difficoltà economiche, nei momenti di euforia e in quelli di estrema tristezza.

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Fino ad arrivare al libro successivo, La paura del saggio, edito anch’esso da Mondadori. La scrittura di Rothfuss è incredibilmente avvincente e poetica. Kvothe resterà dentro di voi per sempre, non lo dimenticherete e faticherete a non immedesimarvi in lui o a non chiedervi cosa avrebbe fatto Kvothe in determinate situazioni della vostra vita. Un libro consigliato davvero a tutti, anche e soprattutto a chi non ama il fantasy.

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