martedì, 19 Novembre 2024
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Il volontario di Salvatore Scibona. La recensione

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Salvatore Scibona, nato a Cleveland (Ohio) da una famiglia di immigrati italiani, è al suo secondo romanzo. Ne “La Fine” (2011) descriveva il mondo degli immigrati italiani nella Little Italy di Elephant Park, intrecciando le vicende dei protagonisti in un groviglio fitto e colorato, condito però da una profonda disillusione, da quella sensazione di non aver più possibilità di sognare.

Ed è proprio questa morte delle aspirazioni, unita alla voglia di scappare, il filo conduttore della narrativa di Scibona. “Il Volontario” si apre con un bambino lettone, solo, all’interno dell’aeroporto di Amburgo. È Janis, e chi lo ha abbandonato è suo padre Elroy, figlio di nessuno che per un periodo è stato il figlio adottivo di Vollie e Louisa.

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E qua il racconto vola nel Dopoguerra, dove facciamo conoscenza di Vollie Frade, un ragazzo dell’Iowa, nato e cresciuto in una baraccopoli intrisa di degrado. Vollie sta per volontario: tutti lo chiamano così dopo che, per fuggire dalla sua situazione senza sbocco, decide di arruolarsi e partire per il Vietnam.

Come possiamo immaginare sarà durissima per Vollie, soprattutto nei 400 giorni di prigionia rinchiuso in una grotta piena di cadaveri durante una missione fantasma in Cambogia. Allora Vollie, complice uno strano personaggio che lo contatta per unirsi a una cellula dei servizi segreti, scappa di nuovo. Una fuga dalla fuga.

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Vollie Frade finisce per rifugiarsi in un vecchio ranch abbandonato nel New Mexico in cui un suo vecchio compagno d’armi, sparito chissà dove, aveva creato una comune basata sull’assenza di regole e sul libero amore.

Qua conoscerà Louise e il piccolo Elroy, con cui cercherà di farsi una famiglia. Scopriremo che anche Elroy, crescendo, condurrà una vita piena di tormenti, di incomprensioni e di fughe, come il padre adottivo Vollie, che lo porterà ad abbandonare il figlio, Janis, che abbiamo conosciuto nelle prime pagine del libro.

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Il Volontario è scritto con uno stile intenso e ambizioso, che riesce a unire storie e luoghi lontani nel tempo e nello spazio. Un romanzo critico, globale ed incredibilmente attuale che racconta la storia di chi, per svariate ragioni, passa la vita a fuggire da qualcosa.

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