Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino di Firenze va in scena il primo titolo lirico non di repertorio del 2020: è Risurrezione di Franco Alfano, compositore noto ai più per aver concluso l’orchestrazione di Turandot dopo la scomparsa di Puccini.
Rappresentata per la prima volta nel 1904 a Torino, Risurrezione di Alfano presenta vari elementi di novità rispetto alla produzione italiana della stessa epoca, a partire dal libretto di Cesare Hanau, il primo in prosa dell’opera italiana.
La storia si base sull’omonimo romanzo di Lev Tolstoj e racconta, in quattro atti, le sfortunate vicende di Katiusha e il suo amore per il principe Dimitri che la seduce e l’abbandona, incinta, condannandola ad un vita di tragedia e sacrificio. Morto il figlio, Katiusha diviene una prostituta, finendo prima in carcere poi ai lavori forzati in Siberia, ingiustamente accusata della morte di un cliente. Dimitri, pentito del male fatto, la ritrova in carcere e si offre di salvarla dal suo destino di prigionia sposandola. Katiusha, pur ancora profondamente innamorata del principe, rifiuta e sposa il detenuto politico Simonson: la rinuncia all’amore di Dimitri è l’unico modo per ottenere il suo riscatto morale e dunque la sua risurrezione.
Risurrezione di Franco Alfano al Teatro del Maggio: pregi e difetti
La rappresentazione del Teatro del Maggio Fiorentino riprende il riuscito allestimento del 2017 del Wexford Festival Opera, una importante rassegna irlandese che tutti gli anni mette in scena titoli quasi dimenticati. Semplici e funzionali sia la regia dell’esperta Rosetta Cucchi che le scene di Tiziano Santi, con i binari del treno come elemento che lega tutti e quattro gli atti. Completano la riuscita della parte scenografica i costumi di Claudia Pernigotti e le luci di Ginevra Lombardo su progetto di D.M. Wood.
La direzione è stata affidata al maestro Francesco Lanzillotta che si destreggia bene in una partitura moderna e piacevole, caratterizzata da un fluire melodico ininterrotto e che, a differenza delle altre composizioni dell’epoca, non indulge troppo al lirismo. Contribuisce al successo della parte musicale dell’opera l’ottima prova dell’orchestra del Teatro del Maggio.
Buona la prova di Anne Sophie Duprels come Katiusha: una parte impegnativa che vede il soprano sempre in scena per tutta la durata dell’opera. La parte di Dimitri è assegnata a Matthew Vickers che contrappone ad una buona presenza scenica una prova vocale non eccelsa, soprattutto a causa di un volume non adatto a raggiungere tutto il pubblico in un teatro come quello del Maggio.
Bene le parti minori, in particolar modo Leon Kim come Simonson. Ottima, come sempre, la prova del coro.
Risurrezione di Franco Alfano al Maggio di Firenze: le opinioni della galleria
Nonostante questo titolo in passato abbia avuto un notevole successo la lunga assenza in tempi moderni dai palcoscenici nostrani lo ha reso una novità assoluta anche per i più appassionati e longevi abbonati del teatro fiorentino.
Il pubblico, purtroppo molto scarso in occasione della prima recita, ha apprezzato le pagine musicali di Alfano. Meno il cast vocale e la resa del romanzo di Tolstoj in forma lirica, giudicata un po’ noiosa.
Si replica domenica 19 gennaio 2020 alle 15:30, martedì 21 gennaio 2020 e giovedì 23 gennaio 2020 alle 20:00, sempre con lo stesso cast.